«Non erano mai arrivati a tanto».
Babini rompe il silenzio

CERRETO D'ESI - Dopo il ritrovamento della capriola decapitata vicino casa, l’attivista della LAC Marche parla apertamente: «Un gesto intimidatorio. So che volevano colpire me, ma non mi fermeranno»

Danilo Baldini

di Nicoletta Paciarotti 

Dopo il ritrovamento della capriola decapitata in un campo privato a pochi passi dalla sua abitazione, Danilo Baldini, delegato della LAC Marche, commenta quanto accaduto.

Un episodio che l’attivista definisce senza esitazioni “un messaggio intimidatorio maturato in ambiente venatorio”.

«La povera capriola era adagiata su un prato a non più di 100 metri da dove abito. Sabato mattina presto sono uscito per portare a spasso il cane come faccio ogni mattina ed ho fatto il macabro rinvenimento», racconta Baldini. «Il campo è di nostra proprietà, quindi l’autore o gli autori del gesto sapevano anche questo. Si tratta di individui del luogo che ovviamente mi conoscono e sanno esattamente dove abito».

A colpirlo non è solo la violenza dell’azione, ma la sua precisione simbolica. «Che si tratti di un atto intimidatorio maturato in ambiente venatorio lo dimostra il fatto che potevano scegliere qualsiasi animale, anche domestico. Invece hanno scelto un capriolo, che è un animale selvatico soggetto anche ad attività venatoria e che come LAC difendiamo e ne chiediamo la protezione».

Baldini non nasconde l’amarezza, ma neppure l’abitudine a muoversi in un contesto spesso ostile: «Minacce ne ho ricevute tante nella mia lunga vita di militante ambientalista ed animalista, anche di morte. Denunce e querele per diffamazione pure. Però finora non erano mai arrivati a tanto».

Sui possibili responsabili non fa nomi, ma precisa: «Avrei dei sospetti, ma non ho al momento alcuna prova a sostegno».

Poi, un pensiero rivolto all’animale: «Mi spiace soprattutto per la povera capriola, vittima innocente di questi assassini senza anima».

La LAC ha annunciato che verrà sporta denuncia ai Carabinieri Forestali. Sono in corso le analisi delle immagini registrate da diverse fototrappole presenti nella zona, che potrebbero aver immortalato l’autore o gli autori di quello che l’associazione definisce «un orrendo rituale in stile mafioso».

«Capriola con la testa mozzata, intimidazione contro il delegato Lac»

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X