Non sarà cancellato il progetto della nuova antenna per il 5G di Vallemiano ma sembrano esserci tutte le condizioni perché il ripetitore sia installato altrove, in un’area dove insiste già una ‘torre’ con altre stazioni di telecomunicazioni al Piano, piuttosto che sul terreno privato di via Paolucci-via Fano, soluzione osteggiata dalla protesta dei residenti. Se n’è parlato stamattina in Consiglio comunale di Ancona grazie ad un interrogazione del consigliere del Pd, Andrea Vecchi. «I residenti di quell’area hanno raccolto 169 con una petizione per spostare la collocazione dell’impianto in una zona con minore tasso di residenzialità» ha ricordato.
L’assessore Manuela Caucci ha premesso che «l’antenna in questione dovrebbe essere collocata in una proprietà privata e che quindi scende prescinde dalla volontà del Comune. Diverso invece se si fosse trattato di suolo pubblico. In questo caso il Comune può solo verificare che siano presenti tutti i requisiti di legge. A seguito della conferenza di servizi a novembre 2024 è stato dato parere favorevole, quale atto necessitato dal quadro normativo nazionale, ma condizionato a tutta una serie di prescrizioni: era necessario il parere dell’Enac, l’autorizzazione sismica regionale, i pareri Arpam per la matrice acustica, il parere del Servizio edilizio e commercio del Comune di Ancona e l’eventuale nulla posta da parte dell’Osservatorio astronomico di Pietralacroce nel caso di prescrizione dell’illuminazione in sommita all’infrastruttura. Era già pervenuto il parere favorevole dell’Arpam in materia di inquinamento elettromagnetico». E qui l’assessore è stata interrotta dall’intervento in aula di uno dei firmatari che ha gridato e ripetuto per diverse volte accorato: «C’è gente che in quella zona sta morendo, io stesso sono malato…. Basta, la gente è stufa, la salute va tutelata».
Caucci ha ripreso dopo aver ascoltato e compreso la disperazione dell’interlocutore spiegando che «la compagnia di telecomunicazioni in questione ha acquisito tutti i necessari pareri favorevoli per poter procedere all’installazione dell’antenna. Il 7 marzo scorso è stata fatta una richiesta di accesso agli atti con numerose firme dei cittadini che esprimevano dissenso alla realizzazione della struttura, e richiesta un incontro con il sindaco nel corso di un’assemblea pubblica. Di fatto l’invito è stato inviato al Comune nel tardo pomeriggio del giorno precedente all’assemblea pubblica e quindi nessuno amministratore comunale ha potuto parteciparvi. In seguito è arrivata una ulteriore raccolta di firma, 169 appunto, per evitare l’installazione dell’antenna. Ho incontrato i cittadini insieme al dirigente. Abbiamo spiegato che le autorizzazioni erano regolari e che l’antenna sarebbe sorta su una proprietà privata. Nonostante questo abbiamo deciso di farci parte dirigente e abbiamo incontrato più volte la compagnia telefonica».
La svolte è arrivata il 5 maggio scorso «quando abbiamo inviato una nota ufficiale in cui abbiamo richiesto alla compagnia di prendere in considerazione la valutazione di una possibile co-ubicazione su un impianto esistente in via Cingoli al civico 26 che ospita altre 2 compagnie telefoniche. – ha raccontato l’assessore- E’ seguito un riscontro formale della stessa compagnia telefonica del 9 maggio scorso con cui offre la piena disponibilità a valutare l’opzione di via Cingoli, analizzando la relativa fattibilità tecnica. Prima dell’incontro fissato per le prossime settimana la compagnia a ha comunicato di aver già aperto un dialogo sul tema con la tower company proprietaria dell’impianto e sta valutando a livello radio elettrico la nuova posizione e che in caso di buon esito formalizzerà la rinuncia la titolo precedentemente acquisito. Quindi si sono concretizzati degli importanti passi avanti nonostante l’Amministrazione comunale non fosse tenuta ad intervenire».
Il consigliere Vecchi, che svolge la professione di medico, ha ringraziato per i chiarimenti. «Ho seguito direttamente la problematica, dal punto di vista medico non ci sono ancora dati scientifici – ha detto – L‘Oms stessa ha classificato come possibile cancerogene le elettromagnetiche classe 2 p ma non ci sono ancora degli studi precisi che possano affermarlo. – ha ricordato – L’unico accorgimento è spostare il più possibile le antenne rispetto alle aree più densamente popolate. I Comuni possano adottare il regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale. In passato è accaduto lo stesso per quanto riguarda la zona di via Sappanico anche lì si trattava di un impianto su terreno privato. Ora come allora chiedo al Comune di attenzionare l’iter. Vedo che in questo caso è stato fatto e attendiamo risposte. La salute non ha colore politico e cerchiamo di verificare il più possibile che sia tutelata».
(Redazione CA)
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