‘Borgacciari’ a tavola
43 anni dopo la frana di Ancona

RICORDI, abbracci, storie vecchie e nuove, qualche lacrima in un appuntamento che anche quest’anno si è ripetuto nel segno della gioia di stare insieme

Il pranzo dei ‘borgacciari’ si è svolto lunedì scorso 2 giugno

 

La notte fra il 12 e il 13 dicembre 1982 una grande frana cancellò i quartieri di Posatora, Borghetto e Torrette dalle carte urbanistiche di Ancona ma non dai cuori di coloro che vivevano quei luoghi, in quei tempi. Vivevano sì, perché i ‘borgacciari’, i residenti del quartiere Borghetto, non erano vicini di casa, il sentimento che li legava non era quello di cittadini che abitavano gli uni accanto agli altri. Sono amicizie e legami indissolubili, inestricabilmente intessuti là davanti al mare, fra la via Flaminia, i vicoli, gli scogli, la salsedine e quello spirito di una vita autenticamente condivisa insieme, ad animarli.

Tanti ricordi che sono riaffiorati e che sono stati rinverditi lunedì in una conviviale che ha visto sedersi a tavola oltre una cinquanta ‘borgacciari’ doc. Tante risate, abbracci, storie vecchie e nuove, qualche lacrima in un appuntamento che ogni anno si ripete nel segno della gioia di stare insieme. Vibrante esempio e lucida rappresentazione per tutta la comunità di Ancona del cuore e del carattere che hanno contraddistinto le nostre origini; persone che insieme hanno vissuto, hanno lavorato, hanno gioito e si sono rimboccate le maniche nelle difficoltà. Il significato di questi momenti lo spiega Primo Talevi. “Come facciamo sempre a rivederci? Ci riusciamo perchè i ‘borgacciari’ sono come fratelli e sorelle, si amano e si vogliono ritrovare ogni anno per potersi ancora stringere insieme e raccontare le cose vissute. Con l’augurio di rivedersi sempre, ancora e ancora» sottolinea.

Hanno tenuto ad essere presenti anche gli autori del volume “Ieri e oggi la grande frana di Ancona” e nuovi amici del Borghetto, oggi un’estesa area verde affacciata sul mare, che hanno portato alla tavolata le loro idee per tramandare la memoria e lasciare un segno di questa storia per coloro che respireranno quei luoghi nelle trasformazioni urbane in divenire.

 

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