Scattano i saldi nelle Marche:
«Spesa stimata di 60 milioni»

SHOPPING - Si parte sabato: secondo le stime di Confcommercio, ne approfitteranno circa 300mila famiglie in regione. Il direttore della Federazione Moda Giacomo Bramucci: «Un’occasione per fidelizzare i clienti, smaltire le rimanenze di stagione e programmare con più tranquillità gli acquisti della prossima collezione»

Da sabato, in linea con il calendario nazionale, in tutte le Marche partono ufficialmente i saldi estivi.

Un appuntamento importante per il comparto moda e per l’intero settore del commercio al dettaglio, che rappresenta una leva concreta per stimolare i consumi, valorizzare il tessuto economico delle nostre città e sostenere migliaia di imprese locali.

Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, ogni famiglia italiana spenderà in media 203 euro per l’acquisto di articoli scontati, pari a 92 euro pro capite, generando un valore economico complessivo di 3,3 miliardi di euro. Nelle Marche, si prevede che saranno coinvolte oltre 300mila famiglie, per una spesa stimata di circa 60 milioni di euro, distribuiti tra negozi di abbigliamento, accessori, calzature ma anche altri comparti del commercio al dettaglio coinvolti nella stagione dei saldi. «I saldi estivi rappresentano una grande opportunità, non solo per i consumatori ma anche per il commercio di prossimità, che continua a essere il cuore pulsante delle nostre comunità – dice Giacomo Bramucci, presidente della Federazione Moda Italia di Confcommercio Marche – comprare nei negozi delle nostre città significa sostenere l’economia locale, difendere l’occupazione e mantenere vive le nostre identità territoriali. L’auspicio è che, anche grazie alla presenza crescente di turisti, quest’estate possa rappresentare un vero momento di rilancio per il settore moda».

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Giacomo Bramucci, presidente di Federazione Moda – Confcommercio Marche

Con l’arrivo previsto di oltre 19 milioni di turisti stranieri negli aeroporti italiani, anche la nostra regione potrà beneficiare di un flusso crescente di visitatori, attratti dalle mete balneari, culturali e dalle eccellenze enogastronomiche delle Marche. Un contesto favorevole che può incidere positivamente anche sugli acquisti in saldo, offrendo un’occasione di visibilità e redditività per tutto il sistema commerciale regionale. «I saldi non sono solo una promozione – aggiunge Bramucci – ma un’occasione per fidelizzare i clienti, smaltire le rimanenze di stagione e programmare con più tranquillità gli acquisti della prossima collezione primavera/estate 2026».

Un’opportunità per tutto il commercio al dettaglio, dice il direttore di Confcommercio Marche Massimiliano Polacco. «I saldi estivi non riguardano solo il comparto moda, ma sono un momento chiave per tutto il commercio di vicinato, che rappresenta un presidio insostituibile per i nostri territori. In un contesto economico ancora fragile, la stagione dei saldi può generare liquidità, rafforzare il rapporto con i consumatori e contribuire alla tenuta di migliaia di piccole e medie imprese marchigiane. Il nostro appello è a scegliere i negozi delle città e dei quartieri: un atto di convenienza, ma anche di responsabilità sociale e civica».

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Massimiliano Polacco, direttore di Confcommercio

Federazione Moda Italia di Confcommercio ricorda alcune semplici ma importanti regole per un corretto acquisto in saldo. In primis i cambi, che sono a discrezione del negoziante, salvo difetti del prodotto. La prova dei capi non è obbligatoria, dipende dalla politica del punto vendita. Per quanto riguarda i pagamenti, le carte di credito devono essere accettate e vanno promossi i pagamenti elettronici. Inoltre, i prodotti in saldo devono essere articoli stagionali o di moda, soggetti a rapido deprezzamento. Infine, i prezzi: va esposto chiaramente quello iniziale, lo sconto applicato e il prezzo finale ed è obbligatorio indicare anche il prezzo più basso applicato nei 30 giorni precedenti. «Invitiamo i cittadini marchigiani – conclude Bramucci – a scegliere i negozi del territorio. Oltre alla convenienza, si portano a casa un gesto concreto di sostegno al lavoro, all’imprenditoria e al futuro delle nostre città».

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