Serra San Quirico riparte dai giovani
e dal recupero dei luoghi

L'INTERVISTA - Dal successo del progetto 'Ci sto? Affare fatica!' alla sfida del cantiere della scuola, passando per il recupero delle mura di Sant’Angelo. La sindaca Debora Pellacchia fa il punto. In programma un patto di collaborazione con i cittadini e fototrappole per i rifiuti

La sindaca Debora Pellacchia

 

di Nicoletta Paciarotti

 

Con la chiusura del progetto Ci sto? Affare fatica! , l’amministrazione comunale traccia un bilancio delle iniziative intraprese per le nuove generazioni e per il recupero del territorio. Le due priorità della campagna elettorale. Dalla consulta dei giovani al cantiere della scuola del capoluogo e la ricostruzione delle mura di Sant’Angelo in Pino, la sindaca Debora Pellacchia racconta le sfide di un paese che ha definito “abbandonato”.

 

Sindaca, Ci sto? Affare fatica! è una prima volta che l’amministrazione porta a casa con successo. Qual è il bilancio? E perché si è deciso di aderire? FOTO – Clicca nel link

«Abbiamo deciso di aderire perché ci è sembrata un’ottima opportunità da condividere con i ragazzi e le ragazze del nostro Comune. E devo dire che il bilancio è stato assolutamente positivo, i giovani hanno mostrato impegno e dedizione. Come non esserne orgogliosi?! È stata un’occasione per attivare pratiche di cittadinanza attiva, ma anche per far capire ai nostri concittadini più grandi che siamo tutti responsabili del bene pubblico e possiamo contribuire insieme alla conservazione e al decoro dei nostri centri abitati. Per questo stiamo attivando anche patti di collaborazione con i cittadini che vorranno volontariamente prendersi cura di un’aiuola, di un’area verde, dell’arredo dei parchi pubblici o di altri piccoli progetti da condividere con l’Amministrazione».

I ragazzi di Ci sto? Affare fatica!

L’area di Fontenova non è l’unica a ritrovare splendore: in questi giorni è arrivata la notizia dell’affidamento dei lavori per la messa in sicurezza e ricostruzione delle mura di Sant’Angelo del Pino. Quali sono state le difficoltà incontrate? 

«Per il progetto di ricostruzione delle mura di Sant’Angelo del Pino le difficoltà sono state diverse. Innanzitutto abbiamo ereditato una bozza di progetto solo per la messa in sicurezza, legata ai fondi stanziati dopo l’alluvione del 2023 e successivamente confluiti nel Pnnr (400mila euro). Invece era necessaria anche una preliminare definizione delle competenze, in accordo con l’Istituto diocesano per il sostentamento del Clero, per la messa in sicurezza della chiesa di Sant’Angelo del Pino che si trova praticamente a strapiombo sull’area di frana. Solo successivamente è stato possibile avviare la progettazione, che a causa dell’inaccessibilità dell’area alle ordinarie macchine operatrici, è stata rivista due volte. Il progetto esecutivo, che ha ricevuto i pareri positivi della Soprintendenza e della Provincia, prevede un muro di sostegno in acciaio e corten, rivestito da conci di pietra locale che doneranno uniformità all’opera, nel rispetto del contesto storico e architettonico».

A proposito di recupero del territorio: lei stessa ha sempre dichiarato di essersi trovata di fronte a “un paese abbandonato”. Correre ai ripari è difficile? Quali sono le sfide? Si è sentito spesso parlare di erba alta e rifiuti.

«Lo stato di abbandono e di non governo del territorio in cui versava il Comune è sempre più evidente, ogni giorno emergono situazioni mai affrontate che dobbiamo gestire e risolvere. È stato necessario razionalizzare il lavoro dei dipendenti comunali, affiancando esternalizzazioni per servizi come le operazioni cimiteriali, la custodia dei cimiteri e la cura del verde pubblico. Abbiamo un territorio fra i più vasti della provincia: solo la rete viaria comunale conta 70 km di strade, che diventano 140 km di scarpate da tagliare. I nostri operai lavorano anche nel trasporto scolastico, nell’organizzazione delle colonie e nel supporto a progetti come Ci sto? Affare fatica. Anche queste sono scelte politiche: la nostra priorità è stata dedicare la massima attenzione ai più giovani, anche se questo può comportare piccoli ritardi nel taglio dell’erba. Ma con una stagione così piovosa, non si può parlare di ritardo.

Quanto ai rifiuti, abbiamo molte isole ecologiche che sono vittime dell’inciviltà di alcuni: questo ricade sulle casse comunali e sulla qualità della vita. Per cercare di governare la situazione, stiamo installando fototrappole e telecamere e riorganizzando la posizione di alcuni punti di raccolta.

Ma, va ricordato, la nostra amministrazione ha ereditato una serie di debiti fuori bilancio: tra cui il risarcimento da 33.000 euro per il ricorso al Tar sul raddoppio ferroviario, a cui  si aggiungono le spese legali. Pensare di risolvere in poco tempo situazioni annose è irrazionale: un territorio complesso come il nostro va studiato e governato. E governare significa anche fare scelte che non piacciono a tutti, questo fa parte del ruolo di chi amministra».

I ragazzi di Ci sto? Affare fatica!

Tornando ai giovani: l’attenzione alle nuove generazioni era una delle priorità del programma elettorale. Che iniziative sono state messe in campo e quali sono in programma?

«È un’attenzione che stiamo cercando di avere a 360 gradi, per far partecipare i più giovani attivamente alla vita del nostro Comune e per ascoltarli. Penso al progetto Star Bene in Comune, che ci ha permesso di estendere l’orario di apertura della biblioteca per l’aiuto compiti e i laboratori, all’acquisto del nuovo arredo per la sezione ragazzi e all’installazione di computer e wi-fi nelle sale lettura, alla creazione della Consulta dei Giovani, alla collaborazione con il Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze, al quale abbiamo dedicato un capitolo di bilancio destinato ad obiettivi da decidere insieme in modo partecipato.

Cerchiamo di offrire occasioni di aggregazione: i centri didattici ricreativi, le colonie estive e, per la prima volta, un centro estivo dedicato ai bambini dai 3 ai 5 anni. È importante offrire questi servizi gratuitamente o a costi accessibili per garantire la massima inclusione.

Vorrei citare anche un gesto simbolico: al mio insediamento vigeva un’ordinanza che vietava il gioco del pallone nei parchi pubblici. Ritirare quell’ordinanza è stata la mia prima azione. Poco dopo, alcuni ragazzi mi hanno scritto per chiedere un posto dove poter giocare. Così, insieme al vicesindaco, li abbiamo ricevuti e ora stiamo lavorando alla realizzazione di un parco con un campetto polivalente per i ragazzi del centro storico e ci auguriamo di riuscire a terminarlo entro l’anno».

E per quanto riguarda la scuola del capoluogo? Ci sono novità sul cantiere?

«La scuola del capoluogo rappresenta la sfida primaria di questa amministrazione. Ci troviamo nella fase conclusiva dei lavori compresi nell’appalto in corso. Purtroppo, il finanziamento ottenuto dalla precedente amministrazione non riuscirà a coprire il completamento della parte strutturale: negli anni passati non era stato richiesto l’adeguamento dovuto all’aumento dei prezzi. Sarà quindi necessario accedere a un mutuo per completare le opere strutturali. Solo successivamente si potrà pensare alle finiture e all’efficientamento energetico, per i quali stiamo valutando alcune ipotesi. Per il momento siamo concentrati sul completamento della struttura, vincolante per qualsiasi intervento futuro».

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