Domani i ministri adriatici della Pesca saranno ad Ancona per partecipare al vertice sulla Blue Economy. Secondo Coldiretti per la sostenibilità del mare «occorre ammodernare la flotta e promuovere consumi di prodotto locale e sicuro». Una flotta che negli ultimi 30 anni è stata dimezzata mentre le importazioni dall’estero nello stesso periodo sono cresciute di oltre il 300%. E anche se la marineria marchigiana, che ad oggi conta circa 700 imbarcazioni (seconda solo alla Sicilia), con le sue 17mila tonnellate di catture per un valore di produzione di 106 milioni di euro resta una delle più importanti d’Italia occorrono sostegni per investire sulla modernizzazione della flotta, sulla lotta all’inquinamento e sull’educazione alimentare per incentivare i consumi di prodotto locale e sano. Ne sono convinti Coldiretti Marche e Coldiretti Pesca Marche alla vigilia dell’incontro tra i ministri della Pesca di Italia, Albania, Croazia, Montenegro e Slovenia che si terrà domani ad Ancona per discutere di Blue Economy nel mare Adriatico.
«Occorre scongiurare a livello europeo – si legge nella nota di Coldiretti – l’ipotesi di un fondo unico che accorpi le politiche europee, comprese le risorse della Pac e del Feamp perché in una situazione di forte instabilità politica, con in più la scure dei dazi statunitensi, si va a rendere meno incisivo uno strumento che ha garantito all’Europa di non avere crisi alimentari. Tutto ciò aprirebbe le porte alle importazioni di cibi che non rispettano i nostri standard ambientali, sociali e di tutela della salute. Il disegno è chiaro quando guardiamo ad alcuni accordi di libero scambio. Non siamo contrari al commercio – precisa – ma serve una rigorosa applicazione del principio di reciprocità: le stesse regole imposte ai produttori europei devono valere per tutti».
Per quanto riguarda la pesca, Coldiretti chiede da tempo l’istituzione di forme di finanziamento privato, come i Blue bond, da affiancare ai fondi pubblici con l’obiettivo di sostenere la modernizzazione della flotta italiana, sistemi di acquacoltura meno impattanti, la ricerca, il consumo consapevole, una migliore tracciabilità ed etichettatura del pesce sui banchi di vendita e nei ristoranti, compresa la piena trasparenza della filiera per i prodotti trasformati e quelli provenienti dall’acquacoltura. «La salvaguardia dell’ecosistema passa anche attraverso la creazione di una blue economy europea, forte e competitiva» dicono da Coldiretti.
Cooperazione nella Blue Economy per il mare Adriatico, vertice dei ministri alla Loggia dei Mercanti
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