Tari al +13.7%, scoppia la polemica:
«Solo gli stipendi non crescono»

A Filottrano l'aumento più oneroso della Provincia, gli altri Comuni si fermano tra il + 4% e il +6%. La maggioranza parla di «conseguenze delle scelte passate e normative nazionali».

 

di Nicoletta Paciarotti

Tasse che lievitano e tasche dei cittadini che si svuotano, l’arrivo delle bollette per molti è diventato  un boccone sempre più amaro da mandare giù. Questi giorni è toccato alla Tari, l’imposta sui rifiuti.

L’aumento ha acceso il dibattito un po in tutti i Comuni: ma mentre Jesi si è fermato a un +4% e Osimo a un +6% – nella media regionale – sfora Ancona con +9%. A Filottrano si è toccato il +13,7, il rialzo più oneroso della Provincia. «Come mai? – si chiedono i cittadini – eppure stipendi e pensioni non aumentano mai». La polemica ha tenuto banco per giorni. «Aumentare la Tari è da irresponsabili – scrive qualcuno – ma purtroppo quando non si hanno idee per come amministrare, la cosa più facile».

Alle contestazioni ha risposto la maggioranza di ‘Noi per Filottrano’. «La Tari non è un tributo regolato a livello comunale – chiarisce –  non abbiamo facoltà di decidere se aumentarla o meno, ma il compito di ripartire i costi del servizio di raccolta e smaltimento tra le diverse categorie di utenza, secondo criteri stabiliti dalla normativa».

Un fardello, si giustifica la maggioranza, ereditato dalla vecchia amministrazione. «Negli anni passati gli aumenti sono stati scaricati in larga parte sulle imprese: oggi questo non è più sostenibile, quindi è stato necessario un riequilibrio», precisano. Tradotto: maggiore incidenza per le utenze domestiche, nessun aumento per le imprese, già fortemente gravate in passato. «Non è possibile neanche ridurre le tariffe con fondi generici, la normativa dice che devono essere cittadini e imprese a coprire il costo al 100%».

Tutta colpa di Roma? Non proprio. I vincoli nazionali esistono, ma i Comuni hanno margine di manovra. I costi del servizio infatti, da ripartire tra gli utenti, sono legati anche a politiche locali: pesano sul bilancio contratti vecchi o mal negoziati pesano, una differenziata poco efficiente e la raccolta porta a porta, più costosa dei cassonetti smart. “E io pago”

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