Un nuovo patto per il Mare Adriatico. Si è svolto oggi alla Loggia dei Mercanti un vertice strategico che ha riunito i ministri di Italia, Albania, Croazia, Montenegro e Slovenia per definire un nuovo modello di gestione basato su sostenibilità, innovazione e cooperazione.
L’incontro, “Sostenibilità, innovazione e cooperazione nella blue economy per il Mare Adriatico”, ospitato oggi alla Loggia dei Mercanti di Ancona, promosso dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha avuto come obiettivo principale quello di superare le attuali rigidità burocratiche e creare un «fronte comune» che difenda gli interessi dei Paesi rivieraschi, sia membri dell’Ue e non.
«E’ necessario avviare una strategia comune e individuare soluzioni politiche condivise, superando le attuali rigidità tecnico-burocratiche che, di fatto, rischiano di compromettere lo sviluppo del settore e il futuro dell’economia blu nell’Adriatico, un bacino strategico dove coesistono interessi di Paesi Ue e non Ue – ha dichiarato il ministro Francesco Lollobrigida a conclusione dell’incontro -. Ci siamo riuniti per trovare motivi di unità sostanziale che vadano ben oltre le codificazioni regolatorie dell’Unione Europea o di altra natura. Serve una visione strategica da costruire in sinergia con i corpi intermedi, il mondo associativo e quello della rappresentanza, per comprendere ciò che può fare l’Italia, ciò che possono fare le nazioni amiche che condividono lo stesso bacino e ciò che può fare l’Europa. Dobbiamo costruire un piano di gioco dove le regole siano uguali per tutti e vengano applicate per tutti allo stesso modo. Abbiamo riunito le nazioni che si affacciano sull’Adriatico: quelle che fanno parte dell’Unione Europea e quelle che, pur appartenendo al continente europeo, ne sono al di fuori. Con tutte intendiamo dialogare per crescere insieme. Questa conferenza è un momento di dialogo e amicizia con Croazia, Slovenia, Montenegro e Albania per individuare regole comuni e opportunità di interscambio tra le nostre imprese, con l’obiettivo di lavorare insieme all’interno di un quadro di sviluppo economico che renda queste nazioni sempre più competitive».
Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha sottolineato la centralità della regione in questo scenario internazionale, definendo le Marche «un ponte naturale con i Balcani» e un territorio con un legame profondo con l’economia del mare. «L’economia del mare deve diventare sempre più un’opportunità reale, capace di garantire sostenibilità, occupazione, sviluppo, ma anche visione e futuro», ha affermato.
«Le Marche non sono mai state così centrali nello scenario internazionale. Dopo il G7 Salute e altri rilevanti incontri interministeriali, oggi ospitiamo un nuovo appuntamento di grande importanza per il quale ringrazio il Ministro Lollobrigida di aver nuovamente scelto la nostra regione. Ancona e le Marche hanno sempre creduto nell’Iniziativa Adriatico-Ionica come occasione concreta per promuovere crescita e sviluppo economico duraturo – ha dichiarato -. L’economia del mare deve diventare sempre più un’opportunità reale, capace di garantire sostenibilità, occupazione, sviluppo, ma anche visione e futuro. La nostra regione è un ponte naturale con i Balcani e ha un legame profondo con l’economia del mare. Abbiamo investito in infrastrutture, porti e sostenibilità per costruire un sistema economico integrato e competitivo. La pesca e la cantieristica navale rappresentano settori chiave del nostro tessuto produttivo, con un indotto importante e numerose imprese coinvolte. Siamo orgogliosi anche del corso universitario sul management e la pesca, perché la formazione è decisiva per il nostro futuro, questo corso è l’unico in Europa grazie alla lungimiranza dell’Università e del Ministero. È essenziale riconoscere la specificità del mare Adriatico e tutelare le imprese che vi operano. Questo vertice può aprire nuove prospettive per un’economia che crea occupazione e futuro, coniugando investimenti, tutela e crescita sostenibile».
Al centro del dibattito, temi cruciali come la pesca, la sicurezza alimentare e l’impatto dei cambiamenti climatici. I ministri hanno concordato sulla necessità di formare un’alleanza diplomatica stabile per contrastare, tra le altre cose, gli ulteriori tagli ai giorni di pesca, considerati penalizzanti per le flotte locali.
«Non possiamo arrivare in Europa e incidere nelle scelte europee da corporazione isolata», ha aggiunto il sindaco di Ancona, Daniele Silvetti. Si è parlato anche della minaccia rappresentata da specie aliene invasive come il granchio blu e dell’urgenza di interventi coordinati per la protezione di un comparto strategico come la molluschicoltura.
L’obiettivo finale è fare dell’Adriatico un modello di governance cooperativa, dove lo sviluppo economico e la tutela ambientale non siano in conflitto, ma guidati da politiche comuni e basate su solide evidenze scientifiche.
Un’idea riassunta dal sottosegretario Patrizio La Pietra: «La collaborazione tra Italia, Croazia, Slovenia, Albania, Montenegro e le amministrazioni locali è l’unica strada per un futuro sostenibile del Mare Adriatico».
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