Passano il vaglio della VI e I Commissione consiliare, convocate nel primo pomeriggio di ieri in seduta congiunta la proposta di delibera sul nuovo Regolamento per il funzionamento dei cohousing destinati a situazioni di emergenza abitativa e sociale e quella di aggiornamento del Regolamento per l’assegnazione di alloggi destinati a situazioni di emergenza abitativa sociale. Il primo atto ha ottenuto l’unanimità di voti, il secondo è stato approvato con 9 sì della maggioranza con il voto del consigliere di minornza Massimo Mandarano (Gruppo misto-Iv) e le 4 astensioni dell’opposizione di centrosinistra. I due atti dovranno essere approvati dal Consiglio comunale convocato per giovedì 24 luglio.
La sessione lavori si è aperta con gli auguri di pronta guarigione formulati dalla presidente Maria Grazia De Angelis e dall’assessore Manuela Caucci al consigliere Andrea Vecchi, il medico ricoverato sabato d’urgenza all’ospedale di Torrette con i sintomi di uno shoc anafilattico dopo essere stato punto da una vespa-calabrone. «Sto bene grazie a tutti– ha commentato lui collegato da sistema remoto all’aula – A parte lo spavento iniziale, sono qui in piena attività. E’ passato tutto»
Manuela Caucci ha spiegato in premessa che il Comune ha 8 appartamenti di proprietà in varie zone della città che da sempre vengono utilizzati come cohousing «per cercare di dare una risposta immediata a quei soggetti che si trovano in In difficoltà. Di norma sono famiglie che subiscono degli sfratti e che quindi non hanno la possibilità di reperire nell’immediatezza degli appartamenti oppure sono mamme con bambini da soli o altre situazioni ma normalmente sono sono sono famiglie. – ha evidenziato – Abbiamo già un numero di appartamenti che sono destinati questo storicamente e quando si supera il passaggio della emergenza questi soggetti di solito presentano domanda per un alloggio Erap. Ogni volta poi si rimettono a posto e revisionano gli spazi con le manutenzioni all’uscita delle famiglie. Ci siamo resi conto che per quanto riguarda il cohousing non è mai esistito un regolamento. Queste famiglie entravano in questi appartamenti firmando una sorta di accordo unilaterale con l’amministrazione comunale, dandosi delle regole ma da un punto di vista giuridico questo accordo non è che abbia un valore particolare. Spesso accadeva che ci restassero a lungo in questi appartamenti mentre l’obiettivo del cohousing è offrire una sistemazione provvisoria anche per creare la rotazione e per sopperire alle esigenze di altre famiglie che magari si trovano nelle stesse difficoltà. La mancanza di un regolamento ha creato una sorta di stallo» ha aggiunto.
Davanti alle varie criticità è nata l’esigenza di regolamentare, si è cercato di mettere in fila quello che è emerso nei 10 anni di esperienza del progetto. Chi non rispetterà il regolamento, ora rischia di veder decadere il diritto a restare nel cohousing «per evitare che queste situazioni si cristallizzino troppo a lungo creando una sorta di immobilismo per quanto riguarda le proprietà comunali – ha ricordato l’assessore – Questo non ci consente di dare una corretta risposta alle persone che hanno delle necessità. E’ l’inizio di un percorso: si inizia col cohousing, si va nell’alloggio d’emergenza poi nella casa popolare se si ha diritto»
Ogni ospite sarà invitato a provvedere in autonomia al proprio nucleo sia in termini di alimenti che di prodotti per l’igiene personale e della casa. Sono previste regole anche sull’utilizzo degli elettrodomestici e si deve fare la raccolta differenziata. Le sigarette e l’alcol saranno vietate negli spazi comuni, vanno evitati vestiari non consoni e di notte vanno rispettati gli orari di silenzio per il riposo di tutti. Regole anche per la gestione degli spazi comuni e criteri standard anche per le pulizie e va rilasciata la propria utenza mobile per essere rintracciati dagli operatori. L’uscita può essere volontaria, se sono mutate le condizioni che hanno ammesso al cohousing, oppure alla scadenza del termine fissato nel contratto stipulato in base l progetto individualizzato, redatto con l’assistente sociale.
L’assessore Orlanda Latini ha rilevato come il cohousing sia «un fiore all’occhiello per l’amministrazione comunale perché riesce dare risposte a situazioni di emergenza sociale. Credetemi che ce ne sono veramente tante in questo periodo. Sono persone con momentanee difficoltà e una loro dignità personale e i Servizi Sociali svolgono un ottimo lavoro nel monitorare queste situazioni».
Il consigliere di maggioranza Jacopo Toccaceli (FdI) ha però chiesto di essere più precisi in alcuni passaggi del regolamento che dispone l’esclusione del diritto di restare nel cohousing, soprattutto per quanto attiene il divieto di “tenere comportamenti che impediscono la serena convivenza… ubriacarsi, fare uso di stupefacenti, assumere atteggiamenti violenti e indossare indumenti succinti”. «Che cosa si intende per abiti succinti? -ha chiesto all’assessore Toccaceli – Va fatta chiarezza perché detta così è interpretabile. Se poi due persone entrano in contrasto, non è giusto che la vittima rischi di perdere l’alloggio per colpa di altri». La seduta è stata sospesa prima del voto dalla presidente De Angelis e al rientro in aula l’assessore Caucci ha rassicurato tutti che «ogni singolo caso andrà valutato e approfondito. Ma è importante, intanto, che abbiamo regolamentato la fruizione di un servizio con una serie di norme che fino ad oggi erano del tutto assenti».
Diversa invece la situazione per gli alloggi di emergenza dove un regolamento già esiste «e abbiamo ritenuto di apportare delle modifiche, per stimolare e responsabilizzare i fruitori che con il nuovo regolamento, ad esempio, dovranno stipulare una polizza per gli eventuali danni che arrecano agli appartamenti. Dovranno seguire un codice di comportamento per non arrecare disturbo alle altre persone che magari vivono nello stesso condomino» ha proseguito Caucci.
Il regolamento sugli alloggi di emergenza invece esiste già è un regolamento ma sarà migliorato sulla scorta di quanto fatto. «Ci siamo resi conto che questi alloggi in realtà non sono d’emergenza ma sono alloggi dove le persone stanno per anni e anni. – ha ricordato Caucci – Abbiamo pertanto deciso di rendere più snello il regolamento e per rendere più agevole l’indipendenza delle persone e marcarsi da una situazione di emergenza abitativa». Il Comune porrà un tetto gli interventi di emergenza abitativo che non potranno protrarsi oltre i 24 mesi che sono sempre rivedibile di fronte al singolo progetto di vita, ma serve per darsi un tempo. I componenti del nucleo familiari non potranno essere proprietari di diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione o godimento su una abitazione ovunque ubicata sul territorio nazionale, secondo la legge regionale.
I fruitori devono dimostrare inoltre di non avere la possibilità, di essere in così grave difficoltà da non poter non potersi trovarsi una sistemazione abitativa o di dover affrontare problematiche di salute o figli con disabilità. Tutte attestazioni che devono essere prodotte. La mancata presentazione della documentazione o la presentazione di documentazione incompleta comporterà la mancata attribuzione del punteggio per chi richiede l’alloggio di emergenza.
(Redazione CA)
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