
di Nicoletta Paciarotti
Una chiusura comunicata senza preavviso, senza confronto e senza una spiegazione («atto grave», secondo il sindaco Enrico Giampieri): la filiale di Intesa Sanpaolo a Cupramontana sarà dismessa il 18 ottobre, accorpata a quella di Moie.
«Un colpo diretto alla coesione e alla tenuta socioeconomica del nostro territorio, a famiglie, anziani, imprese e attività commerciali», commenta il primo cittadino che definisce la decisione «scellerata» e annuncia la sua battaglia. «L’amministrazione farà tutto quanto in suo potere per impedire la chiusura della filiale, a partire dal lancio di una petizione popolare, fino al coinvolgimento di Parlamento, Regione e Provincia». E non mancheranno, promette, iniziative pubbliche, incontri con i sindacati, associazioni di categoria e cittadini. «Una mobilitazione generale del territorio», puntualizza.
Cupramontana è un Comune dell’entroterra che regge. Ha scuole, sanità, poste, forze dell’ordine, cultura, due sportelli bancari. Per Giampieri, tagliare uno snodo di quella rete significa «minare il sistema indebolire l’intero sistema. Non si può abbandonare così un territorio produttivo, vivo, responsabile». Il sindaco in una lettera formale al direttore generale, il dottor Carlo Messina, chiede alla banca di rivedere la sua posizione e un confronto diretto con i vertici. «Siamo stanchi di vedere i nostri territori interni sacrificati in nome di logiche aziendali. Intesa Sanpaolo dimostri se è davvero una banca dei territori o solo dei profitti. Cupramontana non si farà mettere in ginocchio».
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