Dazi, Cgil: «Le Marche
rischiano la recessione,
a rischio 5mila posti di lavoro»

GLI EFFETTI in autunno, secondo il segretario generale Giuseppe Santarelli, potrebbero penalizzare soprattutto i settori Meccanica, Chimica, Farmaceutica e Moda

Giuseppe Santarelli

 

«Il nuovo accordo sui dazi? Nelle Marche, sono a rischio circa 5mila posti di lavoro tra meccanica, chimica, farmaceutica, moda e agroalimentare. Sono effetti alquanto negativi su cui occorre riflettere. Il problema oggi riguarda i prodotti che non hanno una specificità e quindi possono essere intercambiabili». E’ quanto sostiene Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche, sulla base dei dati elaborati dall’Ires Cgil Marche rispetto all’intesa raggiunta tra Europa e America sui dazi. Che aggrava il quadro locale, già delineato nelle scorse settimane: nel 2024, il Pil è stato dello 0,4, di gran lunga inferiore a quello nazionale. Con l’effetto negativo sui dazi, le Marche rischiano la recessione.

«Tutta l’attenzione ora è concentrata sulla moda – insiste Santarelli – ma, in realtà, l’allarme scatta anche per due settori in crescita a dismisura nella regione negli ultimi anni e cioè la meccanica generale, quella di precisione e le macchine utensili che rappresentano quasi la metà dell’export regionale e la chimica e farmaceutica che costituiscono circa un quinto dell’export marchigiano».

Nel complesso, circa 120mila posti di lavoro.« Su questo, ora bisogna riflettere e prestare attenzione a quanto accadrà nei prossimi mesi – conclude Santarelli – . Consiglierei al presidente Acquaroli di farsi carico di questi rischi e chiedere al governo Meloni politiche industriali di rilancio proprio dei settori manifatturieri e la ridefinizione delle Zone economiche speciali che oggi riguardano solo il sud, considerando che le Marche sono al confine e subiscono notevoli svantaggi competitivi. Tutto questo potrebbe essere un primo passo di reale attenzione verso le Marche».

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