«Anche ad Ancona si può»:
la prima coppia di mamme ottiene
il doppio riconoscimento per i figli

LA STORIA - Dopo anni di attese, deleghe e limbi burocratici, Milena ed Elisa ottengono la doppia maternità. «Durante il Covid abbiamo avuto paura, per lo Stato esisteva una di noi soltanto. Se le se fosse successo qualcosa, che sarebbe stato dei nostri bambini?» Un sostegno concreto era arrivato solo dall’azienda Angelini, dove lavorano: dieci giorni pagati e due mesi al 30%. Gli ostacoli comunque non sono finiti, resta da affrontare il diritto al congedo

Elisa e Milena con Joelle, Dylan e Megan

 

di Nicoletta Paciarotti

La paura più grande è arrivata nel silenzio di una stanza d’ospedale, durante il Covid. Milena era positiva e nessun c’era nessun vaccino a proteggerla. «Avevo la febbre alta, ero isolata da nostra figlia Joelle, nella testa sempre la stessa domanda: se mi succede qualcosa, chi baderà a lei? Elisa non avrebbe potuto, lei per lo Stato non era nessuno», racconta a Cronache Ancona Milena, che insieme alla moglie Elisa è la prima coppia di Ancona ad avere ottenuto da parte del Comune il doppio riconoscimento anagrafico di genitorialità per i loro tre figli, quando erano già grandi: Joelle e i gemelli Megan e Dylan. 

Milena ed Elisa stanno insieme dal 2014. Dopo l’unione civile, celebrata tre anni più tardi, è nato in loro il desiderio di diventare madri. «Nel 2018 siamo andate a Barcellona. Elisa ha donato i suoi ovociti, io ho portato in grembo nostra figlia». Joelle è nata l’estate successiva. Ma in Italia, all’anagrafe, risultava figlia solo di Milena. «Ci dissero che non era possibile registrarla come figlia di entrambe, anche se geneticamente era Elisa la madre».

Quel rifiuto le ha travolte. «Pensavamo che una città come Ancona, aperta e progressista, a quel tempo governata dalla sinistra, ci avrebbe riconosciute. Invece ci siamo sentite crollare il mondo addosso». Sono iniziati i primi problemi. «Serviva una delega per qualsiasi cosa: scuola, medico, viaggi – racconta Elisa – io venivo considerata un’estranea per i miei figli». Eppure, in casa era mamma da sempre: per Joelle, “Mammu Elisa”. Nessun dubbio.

Nel 2022 sono arrivati anche Dylan e Megan. Tre figli e una mamma senza diritti. «Nessuno ci ha mai trattato male – riconoscono – ma c’era sempre quella barriera invisibile tra la nostra vita familiare e ciò che lo Stato vedeva». Un peso che schiacciava entrambe. Hanno chiesto spiegazioni, consultato avvocati. Niente. «Ci dissero che era a discrezione dell’ufficiale di stato civile. Che non c’era legge».

Poi, a maggio 2025, la svolta. La Corte di Cassazione riconosce il diritto al doppio riconoscimento per figli nati da procreazione medicalmente assistita all’estero. A giugno, Elisa e Milena tornano all’anagrafe. «Oggi finalmente possiamo sentirci una famiglia tutelata perché, lo gridiamo forte a tutte le mamme: anche ad Ancona si può».

Eppure, il riconoscimento non ha risolto tutto. «Siamo di nuovo nel limbo. Elisa avrebbe diritto al congedo entro i primi cinque mesi, ma l’Inps non sa ancora come attivare le procedure», dicono  le due anconetane. Un sostegno concreto era arrivato solo dall’azienda dove lavorano, l’Angelini di Ancona.

Alla nascita dei gemelli le avevano concesso dieci giorni pagati e due mesi al 30%. «Ci hanno riconosciuto primo dello Stato», la commozione non lascia spazio alle parole. Ma questa è un’altra bella storia.

Pochi giorni fa è successo anche ad Osimo che due mamma ottenessero in Comune la doppia maternità.

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