
Un laboratorio
Sanzioni e sospensioni anche ad Ancona dove la polizia ha individuato irregolarità in un’attività di assemblaggio capi e in un centro massaggi.
In quest’ultimo caso, la titolare è stata denunciata per favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina.
Dal 28 luglio al primo agosto, il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato ha coordinato un’ampia operazione per contrastare i fenomeni criminali della comunità cinese in Italia.
A livello locale, la questura di Ancona, con l’aiuto dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, ha svolto una serie di controlli mirati su tre attività commerciali gestite da cittadini cinesi.

La polizia impegnata nell’operazione
Nel primo caso, in un laboratorio di assemblaggio di capi di moda, gli agenti della Squadra Mobile hanno accertato irregolarità sulla posizione lavorativa di una cittadina cinese e sulle norme di sicurezza sul lavoro, elevando sanzioni per 3.300 euro e sospendendo l’attività.
Nella seconda attività controllata, operante nel settore del commercio di oggettistica di vario tipo, non è emersa invece alcuna irregolarità.
In un centro massaggi a Jesi sono state riscontrate irregolarità sulle assunzioni di tre donne cinesi, portando alla sospensione dell’attività e a sanzioni per 2.500 euro. Ulteriori verifiche hanno portato al sequestro di 6.410 euro, ritenuti provento di attività illecita, e alla denuncia della titolare per favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina.
Una delle donne è stata inoltre espulsa in quanto non in regola con il permesso di soggiorno.

Un laboratorio
L’operazione ha avuto una portata nazionale, coinvolgendo 24 province italiane, con 13 persone arrestate, 31 denunciate e oltre 1900 soggetti identificati. Sono stati sequestrati 550 grammi di shaboo, denaro contante per oltre 22.000 euro e sono state elevate 29 sanzioni amministrative per un totale di oltre 73.000 euro.
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