«Basta cani lasciati a morire
di fame e di sete»:
l’appello delle associazioni alla Regione

ANIMALI - Balzoo, Enpa, Lac, Lav, Leidaa e Oipa Marche chiedono urgentemente un piano straordinario di controlli

Foto d’archivio

«A distanza di due giorni, dopo che, a seguito di numerose segnalazioni, i forestali sono intervenuti per salvare alcuni cani da un lager a Castelbellino con esemplari anche cuccioli denutriti, senza acqua, senza alcun riparo dal sole cocente e feriti, ora un nuovo caso a Sassoferrato che riguarda cani utilizzati per la caccia, lasciati soli in mezzo al nulla, in box fatiscenti, e nutriti con pane secco: uno di loro era già morto».
Così inizia la denuncia delle associazioni Balzoo Enpa Lac Marche, Lav Marche, Leidaa e Oipa Marche.
«Il Nucleo carabinieri Forestale di Sassoferrato, e il Servizio Veterinario di Sanità Animale dell’Ast di Ancona, sono giustamente intervenuti ma non ci risulta altrettanto per le istituzioni locali – proseguono e sottolineano le associazioni -, che dovrebbero controllare il territorio ma che in molte occasioni, per vari motivi, non risultano celeri. A pagarne le spese, con la loro vita o con indicibili sofferenze, gli animali, soprattutto i cani rinchiusi in “lager” e dimenticati».
Le associazioni delle Marche fanno quindi sapere che «Ci appelliamo alla Regione per un piano straordinario di controlli di tutti i cani che vivono nei box o all’esterno. In particolar modo, quelli da caccia, che vengono dimenticati per 8 mesi l’anno in stato di enorme sofferenza e degrado, in box isolati e lontani dalle case, sotto cavalcavia, vicino le sponde di fiumi. Anime dimenticate che non escono mai e sono costrette a vivere e morire in solitudine, a volte di fame, di sete e di stenti»
«Ricordiamo – concludono – che chiunque causi maltrattamento o morte per incuria di un animale commette un reato e come tale è un criminale. Nessuno sconto di pena e, anzi, si applichi da subito la legge Brambilla con pene severe. I comuni, intanto, si costituiscano parte civile contro questi “cittadini”, mentre la regione intervenga: non è certo lusinghiero che le Marche, con ormai tanti episodi di incuria e maltrattamento ormai non isolati, facciano passare nel silenzio tali fatti, senza agire, e macchiando peraltro la propria immagine nei confronti del turismo e dell’Italia intera».

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