I problemi della Polizia locale di Jesi «sono diventati cronici, e lo confermano chiaramente i riscontri ricevuti a seguito delle nostre reiterate richieste. Solo per citarne alcuni: A Jesi dovrebbero essere impiegati 40 operatori di Polizia Locale, ma attualmente ne risultano operativi solo 22. Quanti servizi appiedati ( il cosiddetto vigile di quartiere), promessi dal ssindaco Fiordelmondo, sono stati espletati dal 1 gennaio ad oggi? Alla nostra domanda hanno risposto che ” i dati sono in elaborazione”. Noi chiediamo ai cittadini se li hanno visti». Il commento tagliente arriva da Vincenzo Marino, segretario regionale Ugl – Polizia e Funzioni Locali Marche
Marino lamenta anche l’assenza di dotazione di armamenti di servizio per gli agenti. «Taser e arma di servizio forniti agli agenti? Nessuna. Strumenti per il controllo della velocità? Nessuno strumento in dotazione. – sottolinea nella sua nota – Il sistema di videosorveglianza è inefficiente e inefficace, a causa di un utilizzo inadeguato, numero insufficiente di telecamere, funzionalità e collocazioni discutibili. Le condizioni logistiche e operative del Comando di Polizia Locale sono inadeguate e anacronistiche. Il benessere lavorativo e organizzativo del personale è quantomeno discutibile, alla luce dei ricorsi presentati presso il giudice del lavoro di Ancona. Di fronte a questi dati e mettendoli a confronto con quanto dichiarato nell’ultimo Consiglio Comunale, una sola domanda ci sorge spontanea – per citare un celebre attore italiano: “Ma questi… sono del mestiere?” Sono anni che ascoltiamo sempre le stesse promesse».
Il segretario regionale Ugl – Polizia e Funzioni Locali Marche si chiede inoltre «come può un agente di Pl tutelare se stesso ed i cittadini, se non possiede gli strumenti per farlo? (vedi arma di difesa). Le conseguenze? Sono sotto gli occhi di tutti. La sicurezza urbana non si percepisce se non si impiegano agenti e strumenti sul territorio. Serve vicinanza ai cittadini, capacità di ascolto e prevenzione delle criticità, non solo interventi repressivi e/o a “spot”. Noi non crediamo più alle favole, purtroppo. E, se il nostro intuito non ci tradisce, ne vedremo ancora delle belle…» conclude nel comunicato Vincenzo Marino.
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