
Le indagini sono state svolte dalla polizia
Gli agenti del Commissariato di Jesi hanno concluso un’articolata attività investigativa che ha consentito di portare alla luce un episodio di estorsione aggravata ai danni di un minorenne, attraverso l’utilizzo di falsi profili social.
Il lavoro degli investigatori è iniziato lo scorso aprile, quando un giovane studente si è presentato negli uffici del Commissariato accompagnato dal padre e da una docente scolastica, denunciando di essere stato vittima di minacce e richieste di denaro via Instagram, a seguito della condivisione, sotto inganno, di immagini intime.
Dietro quella che inizialmente appariva come un’interazione privata con un presunto profilo femminile, si nascondeva in realtà un gruppo di adolescenti che, dopo aver ottenuto contenuti sensibili, ha dato avvio a un meccanismo estorsivo strutturato, con richieste di pagamento reiterate e precise modalità di consegna del denaro, avvenute anche tramite mezzi pubblici locali.
I poliziotti del Commissariato di Jesi, con il supporto specialistico della polizia Postale e delle Comunicazioni di Ancona, hanno ricostruito ogni fase dell’attività criminosa, individuando account digitali, numerazioni telefoniche e dispositivi collegati alle utenze usate per l’estorsione.
Grazie a una mirata attività tecnica, con il coordinamento della procura Ordinaria e della procura per i Minorenni, i poliziotti sono riusciti a risalire agli indirizzi ‘Ip’ di accesso, all’identità degli intestatari delle schede Sim coinvolte e alla localizzazione dei dispositivi utilizzati, molti dei quali sequestrati nel corso delle perquisizioni domiciliari.
Le indagini hanno evidenziato che, dietro i profili social utilizzati per commettere l’estorsione, si celavano giovanissimi residenti del territorio, alcuni dei quali minorenni, che avrebbero agito in concorso, con diversi gradi di partecipazione e consapevolezza.
L’attività della polizia ha permesso di interrompere tutto ciò, con conseguenze psicologiche e sociali sulla giovane vittima, la quale, temendo che i contenuti fossero diffusi, ha inizialmente ceduto al ricatto consegnando denaro agli estorsori. Rivolgendosi al Commissariato, si è dunque messo fine ad un meccanismo criminale potenzialmente estendibile ad altri episodi.
La Polizia di Stato ribadisce il massimo impegno nella prevenzione e nel contrasto dei reati digitali, specialmente quando a farne le spese sono i più giovani. Si rinnova, infine, l’appello alle famiglie e alle istituzioni scolastiche affinché si rafforzi l’educazione digitale e la vigilanza sull’uso dei social network.
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