
Palazzo Censi Buffarini che ospita Tenuta Villa Colle Sereno
Anomalie nel rinnovo del contratto di palazzo Censi Buffarini e il Comune decide di riprenderselo.
L’annuncio giovedì pomeriggio in consiglio comunale dove è stata presentata, e approvata dalla maggioranza, una mozione per chiedere di fare chiarezza sulla situazione.
La dimora storica, di proprietà comunale, ospita dal 2016 la Tenuta Villa Colle Sereno immersa in un parco. L’Amministrazione comunale ha deciso però di rientrarne in possesso da luglio 2026, data della naturale scadenza del contratto originario, ritenendo che la modifica contrattuale avvenuta a novembre 2019 si basa su un atto giuridicamente inesistente. «Abbiamo riscontrato delle anomalie nelle procedure amministrative con cui è stato modificato il contratto iniziale – illustra Maurizio Grilli, sindaco di Montemarciano -, così abbiamo deciso di confrontarci con il gestore ma con esiti non particolarmente positivi. Siamo stati, quindi, costretti ad avviare un iter legale per risolvere il problema».
La modifica al contratto iniziale, fatta dalla precedente Amministrazione, riguarda in primo luogo la durata che passa da un 9+9 a un 18+9 oltre a una riduzione del canone.
«E’ evidente – dice il sindaco – che le anomalie penalizzano molto il Comune, così inizialmente abbiamo cercato di modificare il contratto».

La storica dimora, di proprietà comunale, circondata da un immenso parco
Non essendo riusciti a trovare una soluzione bonaria, l’ente ha deciso allora di riprenderselo.
«E’ necessario recuperare la parte gentilizia del palazzo – prosegue il primo cittadino – oltretutto non abbiamo più una sala consiliare e nemmeno una vera biblioteca, ad esempio, per i quali dobbiamo trovare degli spazio, Inoltre, non siamo particolarmente soddisfatti della conduzione della struttura».
Il sindaco ricorda come a novembre 2021 l’Amministrazione comunale autorizzò il gestore a redigere un piano di recupero dello storico palazzo e del parco. Sono passati, però, quattro anni e ancora non si è visto il piano. La difficoltà nel procedere al necessario restauro sarebbe legata alle restrizioni della Soprintendenza, che nel 2018 ha vincolato la dimora storica.
«Siamo disposti a trattare, concedendo anche una stanza per il consiglio comunale – spiega Imma Di Somma, proprietaria dell’attività, presente in consiglio comunale con il proprio legale – chiediamo solo buon senso perché è una struttura che lavora, l’unica ricettiva di Montemarciano. Abbiamo venti stanze sempre piene di turisti, molti anche stranieri. Vorremmo solo continuare a lavorare».
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