
di Sabrina Marinelli
Da diverse notti nella panchina di piazza Sant’Antonio c’è un uomo.
Si chiama Paolo e ha 64 anni. Arriva verso le 19, sistema le coperte che ha a disposizione, si prepara un giaciglio e lì attende l’alba di un nuovo giorno. Racconta che la ditta di famiglia, fondata dal padre, ha dato lavoro a tanta gente in passato a Falconara poi è stata messa in liquidazione e lui si è ritrovato in un’improvvisa situazione di indigenza.
«Io e un mio amico ci alterniamo – racconta Nadia, una ragazza di Pergola che, appresa la situazione, si è attivata – gli abbiamo portato cibo, prodotti per l’igiene e il giovedì ci sono gli angeli della notte. Paolo ha anche delle patologie croniche, ha avuto un tumore, ma soprattutto non può vivere su una panchina».
Con l’arrivo dell’autunno le temperature diventeranno sempre più rigide e intanto oggi è arrivata anche la pioggia. Paolo non può continuare a dormire all’addiaccio.
«Dobbiamo ricomprare sempre tutto perché ciò che lascia nelle buste di giorno vicino alla panchina non lo ritrova più la sera – prosegue la volontaria -. Sia io che Pino siamo consacrati all’Ordine Terziario Francescano Secolare e vorremmo appellarci al sindaco. Evitare di ritrovarlo morto durante l’inverno. I genitori hanno dato benessere e un lavoro ai cittadini. Un’ex operaia ogni tanto lo viene a trovare e gli dà 20/30 euro».
Il caso di Paolo è noto al Comune fa sapere Ilenia Orologio assessore ai Servizi Sociali: «è seguito dal servizio che ha attivato tutte le misure di tutela dal punto di vista sociale, economico e abitativo. L’uomo, inizialmente collaborativo, ha deciso di uscire dal progetto, ritornando nel territorio di Falconara. Continuiamo con il servizio sociale ad avere i contatti con l’utente per cercare di ripristinare il progetto, nonostante i rifiuti da parte dello stesso a presentarsi agli appuntamenti concordati».
Non è facile aiutarlo. La dura vita di strada l’ha reso a tratti scostante e poco collaborativo. Lui dice che nella struttura dove era stato inserito c’erano dei topi. Ha anche documentato fotograficamente gli escrementi che ha trovato. Inoltre, era in stanza con una persona malata terminale, sostiene lui. Preferisce quindi, starsene solo in panchina ma non può essere questa la soluzione.
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