Frode da 2,3 milioni e crediti inesistenti:
nei guai una società cantieristica navale

ANCONA - L'operazione della Guardia di Finanza è nata da un'attenta analisi dei rischi volta a monitorare la corretta destinazione degli incentivi del Pnrr

Un’operazione della Guardia di Finanza di Ancona ha portato al sequestro preventivo di oltre 2,3 milioni di euro a una società locale, attiva nel settore della cantieristica navale.
Il provvedimento, emesso dal Gip su richiesta della procura, ha colpito beni immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie, anche su conti esteri.
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno svelato un sofisticato meccanismo fraudolento. L’azienda anconetana, anello di un circuito più ampio, generava crediti d’imposta fittizi attraverso false fatturazioni. Queste attestavano presunte cessioni di aziende e brevetti inesistenti, investimenti in beni strumentali mai realizzati e corsi di formazione mai avvenuti.
Grazie a questa truffa, la società era riuscita ad azzerare quasi completamente i propri debiti verso l’erario, in particolare i contributi previdenziali e assistenziali dovuti per i propri dipendenti. L’azienda ha utilizzato crediti d’imposta inesistenti per un valore complessivo superiore ai 2,3 milioni di euro. Le Fiamme Gialle hanno inoltre scoperto che una parte di questi crediti era stata finanziata con risorse del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

L’operazione è nata da un’attenta analisi dei rischi volta a monitorare la corretta destinazione degli incentivi del Pnrr. Le indagini hanno interessato più di 50 soggetti economici nella provincia di Ancona, nei confronti dei quali sono state rilevate altre irregolarità meno gravi. Queste hanno permesso di recuperare crediti d’imposta per circa 4 milioni di euro. Quasi la metà di queste aziende ha già saldato o rateizzato il dovuto, avvalendosi degli istituti di conciliazione fiscale.
Il decreto di sequestro a carico della società di cantieristica, ritenuta responsabile delle violazioni più gravi, conferma la validità delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, che ha agito in totale sintonia con le direttive della procura della Repubblica di Ancona.

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