Concessa dal Tar la sospensiva per un visto negato a una studentessa straniera che vuole venire a studiare in Italia.
Si tratta di una 19enne nata in Libano, da rifugiati palestinesi, che ha già alcuni familiari nelle Marche e vorrebbe seguire le loro orme, diventando anche lei medico.
Il 5 agosto ha presentato la domanda di visto d’ingresso per motivi di studio e venti giorni dopo, il 25 agosto, le è arrivato il diniego dall’Ambasciata italiana a Beirut per “rischio migratorio”. Senza nemmeno convocarla, hanno ravvisato il pericolo che, una volta scaduto il permesso rilasciato, non avrebbe più fatto rientro nel suo Paese. C’era però un’urgenza, perché tra fine novembre e primi di dicembre, avrebbe dovuto sostenere gli esami per essere ammessa al corso di laurea in Medicina all’Università di Perugia. Avendo il fratello ad Ancona e lo zio a Jesi, ha cercato il modo per non mandare in fumo questo suo desiderio. Si è quindi affidata allo studio legale di Senigallia dell’avvocato Antonella Nuzzoli, esperta in diritto amministrativo che, insieme alla collega Elisabetta Candi, ha presentato ricorso al Tar Lazio, competente contro il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e l’Ambasciata italiana a Beirut. Hanno impugnato l’atto con cui era stata respinta la sua domanda.
Martedì il presidente della Quinta Sezione Quater del Tar per il Lazio le ha dato subito una chance. «Il Tar ha concesso la sospensiva in ragione della gravità e dell’urgenza, viste le scadenze ormai prossime per gli esami – spiega l’avvocato Nuzzoli – perché le date fissate dal Mur per gli appelli sono il 30 novembre e il 10 dicembre. Il presidente ha imposto all’Ambasciata di rivalutare e riesaminare la domanda, alla luce della documentazione che abbiamo allegato al ricorso e alle argomentazioni fatte e il Tribunale ha sospeso l’efficacia del provvedimento di diniego di visto, imponendo una più adeguata e approfondita istruttoria con un vero contraddittorio». La sua domanda era stata bocciata senza nemmeno convocarla. «La studentessa ha un fratello medico che vive ad Ancona – aggiunge il legale -, uno zio, anche lui medico, che vive a Jesi e una cugina, sempre in Italia che studia Medicina. Facoltà che vorrebbe frequentare anche lei». Sta già seguendo il semestre filtro, online da casa in Libano, ma deve superare gli esami di merito per poterla frequentare. L’istanza cautelare è stata quindi accolta, ai fini del riesame della domanda di visto, e i giudici si riuniranno in camera di consiglio il 4 novembre.
«Ci auguriamo che l’Ambasciata si ravveda – conclude l’avvocato senigalliese – e valuti correttamente i presupposti per il rilascio del visto per motivi di studio richiesto dalla mia assistita».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati