di Sabrina Marinelli
E’ dell’architetto Massimo Buratti e del designer Adriano Pepe la prima soluzione proposta di ponte Garibaldi, alternativa al progetto di Anas, approvato dalla struttura commissariale.
Siamo a Senigallia dove l’alluvione del 15 settembre 2022 ha danneggiato l’infrastruttura, poi demolita. Il progetto approvato è stato contestato da diverse associazioni ambientaliste, capitanate da Italia Nostra. Hanno raccolto 10mila firme e impugnato il decreto di approvazione. Il Tar deciderà nel merito il 5 novembre. Se il ricorso verrà accolto una della quattro alternative, presentate alla città nel corso di un convegno, potrebbe diventare realtà.
Nella prima proposta il ponte mantiene l’originario asse viario, assicurando la continuità del tracciato cittadino.
È concepito a una corsia a senso unico di marcia, sufficientemente ampia da garantire un flusso ordinato e sicuro verso il centro. Questa configurazione consente di ridurre l’impatto visivo, rendendola esteticamente più snella e coerente con il contesto storico-architettonico circostante. La viabilità potrà anche essere regolata da un impianto semaforico su via Rossini, eventualmente sostituibile con segnaletica verticale e orizzontale che disciplini le precedenze per l’accesso al ponte. Viene previsto un balcone panoramico, lato mare, per ammirare la bellezza del centro storico, dai Portici Ercolani al Foro Annonario.
La seconda soluzione porta la firma dell’architetto Alberto Bacchiocchi. Prevede il posizionamento del nuovo ponte all’altezza degli attuali argini e l’utilizzo di martinetti prima di una eventuale piena del fiume Misa.
Viene mantenuta la viabilità su via Rossini e conservato lo stesso sedime del precedente, garantendo così la visuale prospettica da Porta Mazzini. Previsti due percorsi ciclo-pedonali e una balconata panoramica con due sedute.
La terza soluzione è stata sviluppata dall’architetto Massimo Buratti insieme al designer Adriano Pepe.
E’ concettualmente analoga alla precedente presentata da questo gruppo di lavoro e prevede una quota del ponte più contenuta, allineata all’altezza del parapetto esistente. Prevede il posizionamento all’altezza degli attuali argini e potrebbe anche prevedere l’utilizzo di martinetti.
Salva la viabilità su via Rossini inoltre sorge nello stesso sedime del precedente.
Le rampe d’accesso hanno una pendenza minore rispetto al ponte con franco idraulico massimo e sono anche di minore lunghezza. Previsti due percorsi ciclo-pedonali e una seduta panoramica.
Per la quarta soluzione l’architetto Massimo Buratti e il designer Adriano Pepe si sono lasciati ispirare dal ponte originario, precedente alla demolizione, proponendo un sistema di sollevamento meccanico mediante martinetti.
Nel momento della salita, due paratie chiuderebbero il varco lasciato dal ponte per impedire la fuoriuscita di acqua in caso di piena. Questa soluzione, dal carattere storico e simbolico, mira a conservare la memoria architettonica dell’opera esistente, integrandola con le esigenze funzionali e idrauliche attuali.
Il progetto prevede la riproduzione stilistica dei volumi e dei prospetti storici, in modo da garantire un forte richiamo alla tradizione urbana, pur rispettando i vincoli imposti dai requisiti di sicurezza. I percorsi ciclopedonali e la terrazza panoramica, già presenti nelle altre soluzioni, sono mantenuti, assicurando la continuità della vista verso il Foro Annonario e il mare.
Nel complesso questa soluzione punta a unire memoria storica, funzionalità e sicurezza.
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