Conerobus, il piano di risanamento:
«Nessun licenziamento,
ma servono aiuti dai soci»

ANCONA – Nuovo incontro tra azienda e sindacati per affrontare la crisi. Il piano prevede blocco del turn over e un accordo di solidarietà per il personale amministrativo. D’Angelo: «Serve sostegno dagli enti locali». I sindacati restano critici: «Non bastano sacrifici interni, servono risorse strutturali»

Un autobus di linea (Archivio)

Prosegue il confronto tra Conerobus e i sindacati sulla difficile situazione economica della società del trasporto pubblico intercomunale di Ancona e provincia. Questa mattina, nel nuovo incontro con le organizzazioni dei lavoratori, l’azienda ha presentato il piano di risanamentoelaborato per superare la crisi finanziaria, tutelando al tempo stesso l’occupazione.

Il progetto punta a tornare in attivo entro il 2026 attraverso una serie di misure mirate alla riduzione dei costi e alla stabilizzazione dei conti: tra queste, il blocco del turn over e l’attivazione di un accordo di solidarietà bilaterale per il personale amministrativo, che eviterebbe la cassa integrazione prevedendo una riduzione temporanea dell’orario di lavoro compensata dal Fondo nazionale autoferrotranvieri.

«Le leve di intervento a disposizione del Consiglio di amministrazione – spiega il presidente Italo D’Angelo – riguardano la riduzione dei costi legati al lavoro e ai consumi, ma le decisioni realmente determinanti restano in mano ai soci e agli enti territoriali, che possono agire sui ricavi, adeguando corrispettivi e tariffe, o sostenere la società con nuove risorse e aumenti di capitale».

Il presidente Italo D’Angelo

Le due voci più pesanti sul bilancio restano il costo del lavoro e il carburante, mentre sul fronte finanziario l’azienda valuta anche la possibilità di rinegoziare i mutui con i creditori per sospendere i pagamenti per un anno e destinare così le risorse al riequilibrio economico.

Restano però ampie distanze con i sindacati, che nei giorni scorsi avevano lanciato l’allarme sulla tenuta del sistema, accusando istituzioni e soci di non intervenire con risorse strutturali. «Non possono essere i lavoratori a pagare il prezzo della crisi – ribadiscono le sigle Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferro –. Servono interventi della Regione e del Comune per salvare il trasporto pubblico e garantire un servizio efficiente ai cittadini».

Nonostante il clima di tensione, il confronto resta aperto. «Il percorso non è semplice, ma è necessario – conclude D’Angelo –. Vogliamo salvare l’azienda, difendere il lavoro e assicurare un servizio pubblico moderno e sostenibile».

Crisi Conerobus, l’allarme dei sindacati: «Regione e Comune intervengano subito o il sistema salta»

 

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