«Truffa con lo schema Ponzi»
Nei guai 12 intermediatori finanziari

PROCESSO - Udienza preliminare a Roma per la vicenda della Compendium Value ltd che aveva sede a Londra e filiali a Senigallia, Ancona, Fano e Sora. Si sono costituite decine di parti civili, una ventina i senigalliesi. Chiesta la chiamata in causa della Consob. Udienza rinviata a febbraio

di Sabrina Marinelli

Si è svolta a Roma l’udienza preliminare per i dodici intermediari finanziari della Compendium Value ltd accusati, a vario titolo, di abusivismo finanziario in concorso.

Per loro la procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Si tratta di Giacomo Di Lorenzo di Roma, 61 anni, Alfredo Giachi (55enne di Ancona), Paolo Spinaci (73enne di Fano), Gabriele Perini (54enne di Ancona), Silvio Leo (55enne di Roma), Marco Vignolini (50enne di Prato), Marco Crescini (64enne di Ancona), Antonio Alessandro Crippa (56enne di Seregno – Milano); Tonino Perini (83enne di Ripe- Trecastelli), Roberto De Luca (60enne di Sora – Frosinone), Marco Campobassi (58enne di Ancona), Andrea Ciufolotti (62enne di Mondolfo).

Dal 2016 al 2021, dice l’accusa, avrebbero stipulato nelle varie filiali circa 500 contratti con ignari risparmiatori che hanno investito circa 15 milioni di euro.

La Compendium aveva sede a Londra e altre filiali a Senigallia, Ancona, Fano e Sora, nella provincia di Frosinone. Sono accusati di aver esercitato abusivamente sul territorio italiano l’attività di intermediazione finanziaria, proponendo l’acquisto di azioni in assenza della prescritta autorizzazione della Consob.

Ai clienti veniva prospettato l’acquisto di azioni della società, attiva nel settore del trading di materie prime. Secondo la procura l’organizzazione aveva attuato un sistema di frode riconducibile al noto “schema Ponzi”.

Raccogliendo i capitali, in parte utilizzati per assicurare la remunerazione di altri investitori che, successivamente, accettavano di acquistare le azioni della società, il resto lo trasferivano in una società controllata, che acquisiva immobili a Fiumicino, Roma, e Agrigento.

Tutti sequestrati dall’autorità giudiziaria a seguito dell’indagine Ghost broker, condotta dalla Guardia di Finanza di Ancona.

I risparmiatori, a fronte di interessi che potevano raggiunge anche il 10% erano portati a investire somme sempre maggiori. Gli interessi venivano sempre pagati puntualmente e a tutti sembrava un vero affare. Coinvolti, quali imputati, oltre a figure romane anche ex titolari di banca che hanno operato a Senigallia e Fano, nonché un componente dell’ex cda di Banca Marche. Sono stati ammessi come parti civili i risparmiatori nel corso dell’udienza preliminare che è stata rinviata al 4 febbraio 2026.

«Ho avanzato la richiesta di riconoscere quale responsabile civile la Consob – spiega l’avvocato Corrado Canafoglia, che rappresenta 22 investitori senigalliesi – avendo avuto in questa vicenda un ruolo ben preciso. Pur consapevole che i responsabili della Compendium abbiano operato per oltre otto anni senza alcuna autorizzazione da parte della stessa Consob, quest’ultima non ha mai promosso azioni tempestive volte a bloccare l’attività di detta società o dei suoi responsabili, oggi imputati». Se la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, la Consob, che vigila sul mercato finanziario, fosse intervenuta in tempo molti cittadini avrebbero ancora i loro risparmi. Dello stesso parere l’avvocato Mauro Diamantini, legale di 7 risparmiatori. «A seguito della nostra richiesta di chiamata in giudizio del responsabile civile Consob, il giudice, stante anche l’osservazione del Pm, che riterrebbe la Consob parte offesa e quindi necessaria la sua presenza in tale veste, ha rinviato al 4 febbraio per decidere se chiamare la Consob quale responsabile civile o quale parte offesa o se del caso in entrambe le vesti».

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