Sono in corso importanti sviluppi al poliambulatorio “Giulia Bonarelli” di Ancona. E stata avviata la procedura di autorizzazione regionale per riconoscerlo come Casa della Comunità hub, è stato potenziato il Punto Unico di Accesso (Pua) con più orari e più modalità, e non sono stati più registrati turni scoperti per la guardia medica dalla scorsa estate. Non basta: a dicembre dovrebbero essere avviati i collaudi necessari per l’apertura della seconda ala dell’ex ospedale Umberto I, che diventerà la sede dell’hospice e di una Rsa. A tutto questo si aggiungono i progetti con la Centrale 118 per migliorare la sicurezza degli operatori tramite dispositivi Sos collegati direttamente ai soccorsi. Le novità sono emerse ieri, durante i lavori della IV Commissione consiliare d Ancona, presieduta da Maria Grazia De Angelis. La convocazione è stata chiesta dal gruppo consiliare del Pd per approfondire anche criticità e sviluppi futuri del poliambulatorio riqualificato e inaugurato a marzo. La seduta si è aperta con la presentazione di alcune difficoltà emerse nell’accesso alle prestazioni sanitarie territoriali, dai laboratori, alla radiologia, fino alle visite.
«Ricordo che la scorsa estate c’era stato qualche problema con la continuità assistenziale collegato al fatto che c’era una carenza di personale» ha rammentato la consigliera dem Mirella Giangiacomi richiamando però i progetti per le attività multidisciplinari già avviate, tra cui i percorsi per il Parkinson, la riorganizzazione della neurologia, i progetti odontoiatrici pediatrici e la futura implementazione di servizi come Medicina dello Sport e Terapia del dolore. Domande che sono state rivolte al direttore del Distretto dell’Ast Ancona, Elena Di Tondo e a Massimo Mazzieri, direttore socio sanitario dell’Ast Ancona, presenti in aula. Entrambi hanno ringraziato per lo spazio di confronto, ribadendo l’importanza del Bonarelli come una delle due Case della Comunità previste per Ancona, l’altro hub sarà in via Cristoforo Colombo.
«Sicuramente ci metteranno anche nelle condizioni di dare ulteriori servizi più garanzia, soprattutto ai cittadini e soprattutto a tutte le problematiche che ascoltiamo tutti questi giorni relativi ai pronti soccorsi» ha sottolineato. Mazzieri. Ha poi ricordato che «purtroppo nel mese di luglio qualche turno è rimasto scoperto ma contestualmente è stato anche attivata la guardia medica turistica pur in ritardo. L’Ordine di medici che ci ha dato l’opportunità di reclutare i nuovi medici, per sopperire al problema delle guardie mediche. Mi auguro che anche con l’attivazione delle case della comunità, riusciamo sicuramente a fermare queste emorragia. Noi facciamo contratti a tempo determinato, non possiamo imporre niente a questi giovani medici, loro danno loro la disponibilità e noi purtroppo prendiamo atto. Non possiamo fare ordini di servizio, spesso li abbiamo chiamati anche personalmente i medici per chiedere la loro disponibilità e ci siamo riusciti. Penso che andando avanti sicuramente la situazione si stabilizzerà sotto tanti punti di vista per dare una risposta, sempre di più ai cittadini che hanno sempre più bisogno di di salute hanno sempre bisogno di attività sanitarie».
Sulla situazione della guardia medica di Ancona che da marzo ha sede proprio al Bonarelli, anche la dottoressa Elena Di Tondo ha ammesso che in estate ci sono stati turni che sono saltati, «ma da luglio in poi non ne abbiamo più avuto più di scoperti nella sede dorica e questo è stato possibile grazie alla presenza in organico di nuovi colleghi che negli ultimi mesi hanno collaborato nella sede e grazie anche ad un aumentata attività d’organizzazione svolta dal personale del Distretto. Questo lo devo dire perché l’organizzazione della guardia medica è tutt’altro che semplice». Sul secondo padiglione dell’ex Umberto, in realtà il dottor Mazzieri invece non ha fornito tempistiche precise sulla inuagurazione ma ha spiegato che «si stanno concludendo le attività di finitura edile e la programmazione impiantistica degli impianti, quindi l’illuminazione di chiamata e di condizionamento e nell’altro padiglione e tutto il blocco a metà dicembre inizieranno l’attività di collaudo e che riguarderanno gli impianti termoidraulici elettrici e quindi le prove di funzionalità. Abbiamo già valutato il fabbisogno degli arredi e stiamo siamo collaborando con il fornitore per la definizione del fabbisogno della parte progettuale. Questo è lo stato d’avanzamento solo la tempistica non riusciamo ad essere precisi perché dopo c’è tutta la parte autorizzativa che purtroppo incide sui tempi. Sottolineo comunque che non è un cantiere lasciato lì, è un cantiere di Stato. Per quanto riguarda la parte strutturale è finito, ora ci sono da attivare accreditamento e autorizzazioni» ha evidenziato.
La direttrice di distretto nel dettaglio ha presentato un quadro dettagliato del personale in servizio al Bonarelli con 39 sanitari e 8 tra amministrativi e portinai, 24 specialisti tra convenzionati e dipendenti. Ha illustrato inoltre la distribuzione delle attività sui diversi piani della struttura: dal punto prelievi alla Neurologia, dalla dermatologia all’odontoiatria, fino alla medicina dello sport e ai servizi consultoriali. La dottoressa di Tondo ha quindi esposto un ampio report delle prestazioni erogate tra marzo e settembre 2025. sono stati eseguiti 4496 prelievi, 9180 visite e 2792 prestazioni ulteriori, nelle specialità cardiologiche, odontoiatriche, ecografie, esami audiometrici e oltre 1.200 attività infermieristiche (iniezioni, infusioni, medicazioni). E’ stata inoltre confermata la presenza di percorsi di presa in carico dedicati, come i Pic (slot dedicati dagli specialisti), il progetto Parkinson, l’ampliamento dell’odontoiatria pediatrica e l’attivazione dell’ambulatorio di terapia del dolore.
Da settembre – ha aggiunto Di Tondo – è attivo anche un ambulatorio di audiologia in collaborazione con l’ospedale di Jesi. Ha anche aggiunto che «si sta lavorando inoltre sul potenziamento del percorso materno infantile che è già in essere in ambito ospedaliero e stiamo avviando al poliambulatorio Giulia Bonarelli un servizio rivolto alle donne in stato di gravidanza con l’obiettivo di promuovere la salute orale informando le sue Cure necessarie eseguendo visite e eventuali procedure di cui le future mamme necessitano a garanzia, appunto sia della mamma che del bambino da maggio». E’ operativo anche l’ambulatorio della terapia del dolore in collaborazione con all’ospedale Profili di Fabriano. E’ stata inoltre revisionata la procedura di sicurezza delle sedi della continuità assistenziale. I medici in servizio sono dotati di dispositivi di Sos e che, in caso di necessità, invia un un segnale alla centrale operativa 118 e secondo una procedura che abbiamo codificato. «Se vi è necessità – ha aggiunto la direttrice – attiva immediatamente le forze dell’ordine dei Vigili del Fuoco oltre a inviare un mezzo appunto di soccorso nella sede dove si trova da dove è partito il segnale di Sos. Un progetto molto importante perché riguarda un tema fondamentale che è la sicurezza di operatori sanitari e la prevenzione dell’aggressione».
Nel dibattito sono richieste richieste su un ambulatorio un ambulatorio di 15 giorni specifico per il linfedema, come chiesto dalla mozione di Andrea Vecchi (Pd) approvata in aula di recente, si è chiesto di fare il punto della situazione dell’attività del Crass, della collaborazione con i servizi sociali. Si è discusso inoltre del ruolo delle nuove forme organizzative dei medici di medicina generale, tra Aft e scelta tra ciclo unico o misto in vista proprio dell’avvio delle case e degli ospedali di comunità, e dell’impatto che avranno sull’offerta territoriale.
Si è poi ampiamente affrontato il tema del sovraffollamento del Pronto soccorso di Torrette. La direzione Ast, rappresentata dal dottor Mazzieri, ha sottolineato che la soluzione non è semplice e richiede un approccio di sistema che passa dalle Case della Comunità, alle Aft, dalle centrali operative fino un migliore uso della rete della sanità territoriale che dovrà contribuire a ridurre gli accessi impropri. La commissione si è chiusa con riflessioni sulla necessità di rafforzare la sanità territoriale, migliorare la comunicazione ai cittadini, promuovere prevenzione e vaccinazioni, e sostenere un cambiamento culturale che valorizzi il territorio rispetto all’ospedale. L’assessora Manuela Caucci, come aveva già fatto la consigliera Giangiacomi ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto e la prospettiva di una collaborazione più stretta tra sociale e sanitario. Si è detta piacevolmente colpita anche dalle dichiarazioni del neo assessore regionale alla Sanità Calcinaro proprio sul potenziamento della sanità territoriale con le nuove Case della Comunità.
(Redazione CA)
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