E’ stato illustrato il lavoro di revisione dei servizi aggiuntivi dell’igiene urbana del Comune di Ancona previsto nel contratto con AnconAmbiente, stamattina durante i lavori della III Commissione consiliare presieduto da Arnaldo Ippoliti. L’assessore Stefano Tombolini, i tecnici della società partecipata dal comune di Ancona ed il suo vertice, l’ingegner De Angelis, hanno spiegato come sono stati ridefiniti alcuni servizi molto sentiti dai cittadini come la pulizia di caditoie, di strade, del verde di bordo strada e sui marciapiedi, del lavaggio cassonetti e di altri interventi già previsti ma non sufficientemente strutturati. «Per questo l’Amministrazione ha deciso di rivedere quelli che erano gli accordi che fanno parte del rapporto con il gestore del servizio dell’igiene urbana, in maniera tale che siano precisamente codificati, non solo nelle modalità di esecuzione, per cui quante volte puliremo i cassonetti dell’organico quante volte, ma anche abbiamo introdotto un concetto supplementare che è quello del controllo del servizio e definendo che e il rapporto tra Comune e AnconAmbiente e quello stabilito nel contratto» ha evidenziato Stefano Tombolini.
La necessità della revisione nasce quindi dalle lamentele dei cittadini ma anche dalla mancanza di chiarezza nei contratti risalenti al 2001. Con questa rimodulazione degli accordi si punta ad ottenere una definizione precisa delle frequenze e modalità dei servizi, insieme all’introduzione di un vero sistema di controllo da parte del Comune, in modo da verificare la corrispondenza tra ciò che viene programmato e ciò che realmente viene svolto. «Tutto questo ci permetterà di collaborare meglio con la nostra Partecipata, ma anche di saper gestire gli esiti e il feedback» ha sottolineato il dirigente comunale del Servizio Ambiente e Verde, l’architetto Roberto Panariello. Un tecnico di AnconAmbiente ha inoltre chiarito che è stato introdotto un nuovo metodo di monitoraggio basato sui territori dei Consigli Territoriali di Partecipazione (Ctp) per permettere al Comune di verificare le attività completate da AnconAmbiente quartiere per quartiere, rendendo il controllo più efficace e coerente anche con la percezione dei cittadini e agli stessi consiglieri comunali, è stato evidenziato in Commissione.
Nel dettaglio si prevede che ogni intervento comunicato da AnconAmbiente sarà verificato strada per strada dagli uffici comunali. Per alcune attività, come il lavaggio dei contenitori dell’organico, si introduce anche la punzonatura o etichettatura dei bidoni per certificare che l’intervento stesso sia avvenuto, così da rispondere con certezza alle segnalazioni dei cittadini. «A partire dal primo gennaio 2026 avremo l’etichetta che certifica lo svolgimento di questo tipo di di servizio, quindi dei controlli» è stato precisato. L’altra novità è che la nuova organizzazione permetterà inoltre di inserire servizi prima gestiti “a chiamata”, come pulizia delle aree scolastiche e dell’asse Nord-Sud e anche della Galleria del Risorgimento, ora in una programmazione fissa, periodica e regolare.
E’ stato spiegato che dal punto di vista tecnico, sarà aggiornata la zonizzazione del territorio per adeguarla alle vie realmente presenti oggi, rivedendo i dati del 2001. Questo permette di programmare interventi omogenei in ogni Ctp e di raddoppiare i chilometri coperti ad esempio dal diserbo, passando da circa 700 a oltre 1200 km annui, suddivisi in tre cicli stagionali. E così sarà riprogrammata anche la pulizia delle caditoie. La selezione dei tombini da trattare è affidata in questo caso agli operatori, mentre il Comune verificherà che ogni strada risulti effettivamente pulita. È prevista anche una collaborazione con i servizi di derattizzazione, usando le caditoie come punti di intervento coordinato.
L’impatto economico stimato per tutta l’operazione ricadrà inevitabilmente sulla Tari. «Oggi abbiamo valutato 2,30 euro ad abitante, potrebbe diventare di più se chiediamo che i passaggi delle pulizie della caditoie siano più frequenti. – ha ipotizzato Tombolini ha inoltre annunciato l’intenzione di introdurre ispettori territoriali incaricati di monitorare il territorio in maniera sistematica e coordinare gli interventi – Quando nei dibattiti pubblici ci dicono che la città è sporca, questo ci infastidisce un pochettino. Se noi alziamo il livello della qualità ambientale, questo ha un costo e deve essere reso tangibile. Oggi la Tari è ripartita 50% utenze domestiche – 50% non domestiche e aumentare i servizi significa aumentare il costo complessivo. Qualora il Comune decidesse di non farlo pagare ai cittadini, dovrebbe coprire la differenza con risorse di bilancio».
Prima dei saluti la consigliera dem Susanna Dini ha riferito di aver letto una classifica che certificherebbe come la tassa rifiuti ad Ancona è le più salate rispetto agli altri Comuni. «Lo conoscete bene l’andamento della Tari come determinazione del corrispettivo che l’ente paga per i servizi dell’igiene urbana ad AnconAmbiente» ha ribattuto l’assessore apprestandosi a dimostrare che l’andamento storico del costo Tari pro capite, ad Ancona negli ultimi anni avrebbe avuto aumenti contenuti.«Il dato è passato da 18 milioni e 600 mila euro che era quando siamo entrati dieci anni fa anche con l’amministrazione Mancinelli nel proseguo a seguito di tutta una serie di vicissitudini che hanno influenzato anche il costo dell’energia, del gasolio, ma anche il fatto che è stata fatta una determinazione, in ambito a Ata, di aumento del corrispettivo per il conferimento di alcune frazioni. NeI decennale Mancinelli eravamo a 20 milioni e 500 mila euro. Oggi siamo in poco superiore per cui il dato che andrebbe utilizzato è l’incidenza di costo della Tari per abitanti per cui passavamo da 185 euro nel 2003 a 202 euro nel 2022 al nostro insediamento. – ha concluso Tombolini – Oggi siamo a circa 203-204 euro, per cui nel nostro territorio questa perequazione viene fatta. L’analisi alla quale lei consigliera fa riferimento che viene fatta è riferita soltanto alla determinazione su una immobile teorico 100 mq. per un numero di abitanti».
(Redazione CA)
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