Lion: «C’è urgenza di rinnovamento.
Non sopporto
di vedere la mia città maltrattata»

SENIGALLIA - Il presidente di Italia Nostra, iscritto ai Verdi, si candidata alle primarie del centrosinistra. «Ho deciso di dare la mia disponibilità per costruire, insieme ai cittadini, un nuovo progetto politico amministrativo, per offrire un futuro sostenibile, responsabile e condiviso alla città»

Marco Lion presidente di Italia Nostra Senigallia

di Sabrina Marinelli

Il presidente di Italia Nostra Senigallia, Marco Lion, si prepara ad affrontare le primarie di coalizione del centrosinistra. Serviranno a scegliere il candidato sindaco per le amministrative di primavera. L’11 gennaio si troverà ad affrontare Dario Romano, attuale capogruppo del Pd, e forse Gennaro Campanile, consigliere comunale di Amo Senigallia che ancora non ha sciolto la riserva.
Marco Lion perché ha deciso di candidarsi?
«
La mia candidatura è la risposta necessaria e conseguente alle tante cittadine e cittadini di Senigallia che hanno chiesto di mettermi a disposizione per la città. Esistono grosse aspettative per un cambio di persone e di rotta del governo di Senigallia, per chiudere con questa situazione di immobilismo e di pessimo governo. Per questo io, che amo Senigallia, e non posso più sopportare di vederla maltratta, ho deciso di dare la mia disponibilità per costruire, insieme ai cittadini, un nuovo progetto politico amministrativo, per offrire un futuro sostenibile, responsabile e condiviso alla città. I senigalliesi, negli anni, hanno subito decisioni che stanno mettendo in discussione l’identità della città, la loro stessa vita, l’ambiente cui vivono e vivranno i loro figli. Sono stati trattati come semplici spettatori passivi di processi che, invece, li riguardano profondamente: dalla sanità pubblica alla tutela dell’ambiente, dalla sicurezza alla prevenzione del rischio idrogeologico, dalla mobilità alla vivibilità degli spazi collettivi, dalla gestione dei quartiere e delle frazione alla cura del patrimonio storico e ambientale. Ora però vogliono cambiare e per questo mi hanno chiesto di candidarmi alla guida della città. Con la mia candidatura mi auguro di poter interpretare questo grande desiderio di cambiamento questa urgenza di rinnovamento. Come ho sempre fatto, sarò attento ad ascoltare e progettare, capace di agire con coraggio e rigore, per un’amministrazione alleata dei cittadini».

Come si concilia il suo essere civico iscritto a un partito, quello dei Verdi?
«
Io rivendico la mia storia politica e l’impegno che ho profuso negli anni in campo sociale e nell’amministrazione pubblica. La presenza ecologista in politica nasce proprio per l’incapacità dei partiti a misurarsi con le sfide globali della crisi climatica. Purtroppo i partiti hanno perso da tempo la loro funzione di interpreti e mediatori dell’opinione pubblica. Ormai sono percepiti come centri di gestione di potere, staccati dai bisogni reali. La sempre minore partecipazione al voto dimostra questo distacco. Noi ambientalisti invece, che siamo parte della cittadinanza attiva, ci siamo sempre considerati prestati alla politica e non l’abbiamo mai considerata una professione».

Eppure aveva detto che la sua lunga e prestigiosa parentesi politica era ormai conclusa?
«
Vengo dall’associazionismo, dall’impegno sociale e civico, da lì è iniziata la mia esperienza nelle istituzioni pubbliche, lì ritornerò a impegnarmi, con passione e disinteresse, dopo questa eventuale nuova parantesi politica amministrativa. Comunque quando la casa brucia io non aspetto i pompieri per mettere in salvo le persone che ci abitano».

Se venisse eletto lascerebbe la guida di Italia Nostra?
«
Logico che sì. A parte che è previsto nello statuto dell’associazione, non credo proprio che si possa essere insieme controllato e controllore». Teme Romano alle primarie? E un eventuale Campanile? «Ognuno di noi rappresenta storie, sensibilità, progettualità diverse. Questa per me è una ricchezza nel centrosinistra. Ora però dobbiamo far conoscere i nostri temi e le nostre specificità perché il “nostro popolo” possa esprimersi con cognizione di causa e scegliere la persona che saprà interpretare al meglio i loro bisogni e le loro aspettative di cambiamento».

Olivetti invece?
«
E perchè mai? Io propongo un progetto, un’idea e una pratica dell’amministrazione pubblica che l’antitesi di quello che ha fatto Olivetti e la sua Giunta in questi anni. Semmai sarà lui che deve temere, non me, ma il giudizio negativo che la cittadinanza ha nei confronti della sua esperienza di sindaco».

Le sue priorità se venisse eletto?
«
Promuovere una politica abitativa capace di concretizzare il diritto alla prima casa di giovani e fasce sociali deboli, con risposte prioritarie e puntuali alla necessità di alloggi agevolati per chi a Senigallia vive e lavora. Lavorare perché l’economia e il lavoro a Senigallia guardi oltre i tre mesi estivi, oltre il lavoro stagionale il più delle volte sottopagato e precario, e si operi affinché lo sviluppo della città sia collegato alle sfide del futuro che già è attualità: l’intelligenza artificiale, le tecnologie e produzioni green, l’agricoltura rigenerativa. Realizzare un piano per la mobilità e i parcheggi, un piano del centro storico ma anche per le frazioni. Bloccare il consumo di suolo e nuove cementificazioni per seconde e terze case, incentivare e manutenere il verde pubblico, con un progetto di rigenerazione urbana e ambientale. Praticare una politica attenta ai problemi del mondo giovanile a cui vanno garantiti spazi aggregativi e servizi per l’orientamento alla vita. Effettuare un politica attiva per gli impianti sportivi, che sono stati lasciati ad una triste agonia, ne vanno fatti di nuovi, quelli attuali vanno riqualificati e posti a servizio delle tante società sportive che operano nella città. Più mobilità sostenibile, una rete ciclabile sicura, completamente connessa, e intermodale con il trasporto pubblico, meno auto e meno inquinamento nel centro storico, più verde e spazi pubblici per tutti».

Cosa rimprovera più di tutto all’attuale Amministrazione?
«
Hanno fatto subire alla città decisioni opache e calate dall’alto, senza trasparenza, competenza e rispetto. Non hanno messo in campo alcun progetto per il futuro di Senigallia. Non hanno avuto attenzione ai bisogni sociali e collettivi dei cittadini. Hanno continuato imperterriti a consumare suolo, a privilegiare il cemento rispetto al verde pubblico, mentre centinaia di alberi venivano abbattuti senza un vero progetto di rigenerazione urbana e ambientale. E buon ultimo, visto che è stato appena ufficializzato, sono riusciti a far perdere sei milioni di euro del Pnrr destinati alla sistemazione e recupero di Palazzo Gherardi. Un fatto gravissimo!».

Perché i senigalliesi dovrebbero votarla?
«
Il lavoro civico e di servizio che ho dimostrato, negli anni, di saper fare. Come nel caso dell’opposizione al devastarne “ponte a brugola”, per la capacità di trasformare indignazione in partecipazione, critica in progettazione, opposizione in proposta. Perché con me si può costruire un progetto per la città, mettendolo al centro delle scelte per restituire fiducia alla comunità. Perché, come loro, voglio una Senigallia più bella, più giusta socialmente, più ambientalmente sostenibile. Perché posso garantire più consapevolezza e partecipazione nella gestione della cosa pubblica».

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