In questo Anno Giubilare, dedicato alla speranza, l’Arcidiocesi di Ancona-Osimo ha deciso di aprire Casa Nazareth, centro di pastorale giovanile e vocazionale, casa dei giovani e per i giovani della diocesi. «Questa Casa è l’opera segno del Giubileo, un progetto concreto capace di rendere visibili e tangibili la speranza, l’accoglienza e la cura per le nuove generazioni. Uno spazio pensato per accogliere, formare e accompagnare i giovani, dove potersi sentire a casa, riposare e ristorare, nel cuore della città. – spiega una nota ufficiale – Un luogo di incontro e di relazione, dove i ragazzi possano fare discernimento sulla propria vita, in amicizia con altri giovani ed educatori». Casa Nazareth è nata in via Astagno 74, ad Ancona, nei locali che un tempo ospitavano la mensa della Caritas e che, a partire dallo scorso mese di settembre, mons. Angelo Spina, in accordo con tutto il presbiterio, ha voluto destinare ai giovani.
«Tante sono le priorità della nostra diocesi – sottolinea l’arcivescovo – ma desideravo da tempo donare ai nostri giovani uno spazio tutto per loro, per le loro attività, per le loro esperienze di vita insieme. Un luogo dove vivere e pregare, dove intraprendere percorsi di discernimento vocazionale, una casa accogliente che sia sempre più luogo di comunione, fraternità, discernimento e formazione». Il Giubileo è stato anche l’occasione per chiedere una mano concreta per la realizzazione di questo progetto. La casa c’è, ma i lavori di ristrutturazione da effettuare sono ancora molti e le spese da sostenere superano i 250mila euro. Per questo, in questo Anno Giubilare, è stato rivolto a tutti un invito a contribuire con una donazione, secondo le proprie possibilità.
Numerosi sono stati i contributi giunti in questi mesi: dalle parrocchie ai singoli cittadini, fino alle donazioni raccolte in occasione delle ordinazioni diaconali celebrate recentemente. «Casa Nazareth la sentiamo già casa nostra – commenta don David Baiocchi – e, così come si fa in famiglia, abbiamo pensato che tutti i regali per l’ordinazione diaconale potessero confluire nel salvadanaio presente in casa». Nulla è piccolo di ciò che è fatto per amore. Così, non appena giungeranno tutti i permessi necessari, prenderanno il via i lavori di restauro del tetto, l’installazione dei nuovi infissi e gli altri interventi previsti.
Nel frattempo, la casa ha già iniziato a popolarsi. Attualmente tre giovani (Angelica, Elia e Giorgia) vivono a Casa Nazareth: hanno accolto la proposta di custodire la casa, prendersene cura e vivere insieme un’autentica vita cristiana. «Non si tratta di custodire le mura – spiega Elia – ma di fare tutto il possibile perché chi entra possa sentirsi accolto, a casa, in famiglia, e possa poi ripartire con il cuore pieno e traboccante di amore, più leggero dei pesi che insieme abbiamo condiviso». Ad accompagnarli in questo cammino ci sono tutti i membri dell’equipe della Pastorale giovanile e come assistenti spirituali i sacerdoti don David Baiocchi e don Jacopo Maglioni e il diacono Pietro Casi.
Il progetto è ambizioso: i giovani sono in prima linea e stanno già facendo il possibile per dar forma agli ambienti, rendendoli accoglienti e armoniosi. La cappellina è ordinata e quasi pronta, la cucina è collaudata, i bagni sono puliti. Si sta valutando l’acquisto di letti a castello per aumentare i posti letto disponibili. I primi incontri si sono già svolti. «È stato commovente vedere – ricorda Fabiola Falappa, direttrice della Pastorale giovanile diocesana – che proprio in questa casa abbia preso avvio il percorso per le coppie di fidanzati, e siano stati organizzati un bellissimo week-end di formazione sul tema della confessione e momenti di dialogo e confronto su aspetti legati alla liturgia. Le occasioni, già in questi primi mesi, sono state tante: occasioni preziose per camminare insieme nella fede, per non lasciare nessun giovane solo nei momenti di buio, per essere sempre più in rete a servizio dei giovani, per i giovani, nessuno escluso».Sono questi i primi passi di un cammino tutto da vivere e da scoprire insieme. L’Anno Giubilare si avvia alla conclusione, ma Casa Nazareth resta aperta: il percorso continua e chi desidera sostenere questa iniziativa, anche con un piccolo – ma prezioso – contributo, può farlo ancora, per aiutare a completare i lavori e far sì che questo spazio diventi un punto di riferimento per le nuove generazioni
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