di Sabrina Marinelli
La “Città della fotografia” in lutto. Stanotte è morto Giorgio Pegoli. Aveva 87 anni. Con il suo obiettivo ha raccontato scenari di guerra, realizzando numerosi reportage umanitari. Dal Vietnam nel 1978 proseguendo con la Germania dell’Est nello stesso anno, poi ancora Laos, Cambogia, Salvador, passando per il Libano e la Romania. Ha documentato anche la Guerra del Golfo. Sempre in viaggio, dall’Iraq, alla Giordania, passando per la Palestina, Israele poi la Bosnia e l’Afghanistan. Nella sua lunga carriera ha raccontato soprattutto la sua città, Senigallia.
Fino ai primi giorni del 2020 la sua bottega di via Carducci ha rappresentato un archivio cittadino, dove era possibile trovare scatti risalenti anche a decenni di anni prima. Ogni angolo della città dalla spiaggia di velluto l’ha immortalato con dovizia di particolari. Lo stesso ha fatto con i suoi abitanti, noti e meno noti. Nessuno sfuggiva alla sua macchinetta fotografica nella Città della Fotografia, dove ha compiuto numerose ricerche storiche, impartito lezioni presso il Musinf, contribuendo a renderla grande nel mondo.
I suoi scatti sono arrivati ovunque con esposizioni permanenti in vari musei come Losanna, Berlino e Città del Messico. Numerosi anche i riconoscimenti ricevuti per il suo prezioso e stimatissimo lavoro tra cui la nomina a Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica. Pegoli passerà alla storia, inoltre, per essere stato tra i protagonisti della rinascita di via Carducci. E’ anche grazie a lui se è diventata quel salotto elegante e raffinato che è oggi. Aveva aperto il negozio quando ancora ci transitavano le macchine e si poteva parcheggiare, poi era finita al centro di polemiche per episodi di microcriminalità che spaventavano i senigalliesi ma non lui, rimasto lì. Oggi è tra le più belle strade di Senigallia grazie anche a Giorgio Pegoli che ha risposto con la sua presenza alle proteste di chi etichettava via Carducci come un Bronx, cercando quella soluzione che poi è arrivata. Tutti nel rione Porto gli sono grati. Tutti lo sono in città dove oggi è un giorno davvero triste. Nel 2020 la decisione dolorosa, sofferta di chiudere la bottega. Dopo 45 anni di lavoro, era arrivata anche per lui la meritata pensione.
«In questo giorno doloroso, voglio ricordarti con questo mio scatto fotografico, so che è quello che avresti voluto. Buon viaggio Babbo». La dedica del figlio Simone Pegoli, che ha seguito le orme del padre e oggi l’ha omaggiato con una fotografia che meglio di tutte lo rappresenta. Nelle prossime ore verrà fissato il funerale.
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