Acquaroli, ecco come sarà il mandato bis:
«Priorità assoluta i giovani.
Orgogliosi anche del nostro dialetto»

FORUM con il governatore in redazione. Novità nei primi mesi del 2026 per l'arretramento della ferrovia e per il tracciato della ValPotenza. Caso Pistarelli, giunta, ricostruzione, Atim, Svem, via le mancette di 50mila euro a consigliere e il punto sul nuovo ospedale

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Il governatore Francesco Acquaroli nella redazione di Cronache

di Luca Patrassi (Foto di Fabio Falcioni)

Forum con il governatore della Regione Francesco Acquaroli nella redazione di Cronache, occasione utile per fare il punto sulla situazione delle Marche con un occhio al recente passato e l’altro orientato sulle strategie di sviluppo. Francesco Acquaroli da un paio di mesi guida la giunta regionale delle Marche per il secondo mandato consecutivo.

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Acquaroli lo scorso 29 settembre festeggia la vittoria delle elezioni

Una vittoria che ha lasciato però qualche vittima illustre sul fronte politico maceratese, per la maggioranza l’ex assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, l’ex capogruppo di Fratelli d’Italia Simone Livi, l’ex consigliera della Lega Anna Menghi, per la minoranza il Dem Romano Carancini che non sono stati rieletti. Una bocciatura del loro operato da parte degli elettori o altri motivi?

«Sono dinamiche che fanno parte della politica, sui risultati influiscono tante variabili: le elezioni regionali hanno diversi fattori di incidenza, nazionale, regionale e comunale. A volte non ci sono una bocciatura o una promozione, c’è il cambiamento delle condizioni. Parlando di Saltamartini osservo che quello che oggi dice Agenas premia il suo lavoro e di questo sono contento. Macerata, in particolare con Oncologia, ha avuto un riconoscimento nazionale. In ogni caso non facciamo politica per il tramite delle strutture regionali, la politica va fatta fuori, poi ci sono le dinamiche di partito sulle quali non voglio entrare».

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Nei giorni scorsi si è dimesso il capo di gabinetto Fabio Pistarelli che ha detto di averlo fatto, in accordo con lei, per occuparsi della politica del territorio. Poi sono circolate ricostruzioni un po’ diverse. 

«Sono dinamiche naturali frutto di riflessioni che si intrecciano tra l’impegno quotidiano e le risorse che si possono mettere a disposizione. Non c’è nulla di strano e di particolare. Anche in passato è accaduto in questi ruoli apicali».

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Promozioni, bocciature e una serie di variabili. L’exploit di Luconi in Fdi era previsto?

«Luconi è stato il risultato, non è tanto il fatto di essere stata la più votata di Fdi quanto i quattromila voti avuti di preferenza in un lasso di tempo molto ristretto visto la poca durata della campagna elettorale. Le faccio i complimenti».

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Acquaroli con Renzo Marinelli

In primavera si passerà da sei a otto assessori. Ci sarà spazio per l’ingresso in giunta di Renzo Marinelli per la Lega e, soprattutto, sarà una sua scelta o lascerà spazio alle richieste di Casa Salvini?

«Intanto completiamo la riforma, poi vedremo. Non voglio anticipare una cosa che avverrà fra sei mesi. In sei mesi possono cambiare tante cose, Luconi e Marinelli sono ipotesi molto plausibili. Abbiamo stabilito uno schema di partenza e gli equilibri, sicuramente non ci sarà una quota di genere».

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Ha annunciato la cancellazione delle mancette (50mila euro senza alcun vincolo di destinazione) ai consiglieri di maggioranza per destinare un milione di euro a un’operazione per i giovani. Qual è stata l’iniziativa personale dei consiglieri che ha fatto traboccare il vaso e provocato la cancellazione dei fondi?

«Avevamo già deciso in precedenza di utilizzare quelle risorse visto che è un bilancio particolare per il tempo ristretto avuto a disposizione. Abbiamo deciso di dare precedenza alle risorse per i giovani, per noi è una priorità assoluta».

Una partita importante quella degli investimenti per la viabilità. A breve dovrebbe essere presentata la progettazione per la ValPotenza, il casello autostradale di Porto Potenza.

«Il casello è importante, offre uno sbocco a una vallata che è importante per diversi aspetti, come polo produttivo, paesaggistico e culturale. Molto positiva la realizzazione, va costruita una strategia per la viabilità. La provincia di Macerata ha un solo casello autostradale di riferimento – poiché quello di Loreto Porto Recanati afferisce più al territorio anconetano – pur essendo la terza provincia della regione, vanno tutti a entrare e uscire a Civitanova. Quanto alla Val Potenza va detto che l’unico tratto che sarà realizzato in nuova sede è quello che va da Villa Potenza a Fontenoce e questo perché il tratto citato è troppo urbanizzato e non permette di mettere in sicurezza la sede attuale. Da Fontenoce in poi sarà possibile un intervento di messa in sicurezza della strada attuale. Ci sono trenta milioni disponibili, contiamo di avere accesso ad altri fondi europei per un’opera importante per i territori, per la connessione delle zone industriali ed anche per lo sviluppo della nuova fiera che può avere una rilevanza interregionale».

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Altro argomento centrale l’arretramento della linea ferroviaria. Che novità ci sono?

«E’ oggetto di stralci funzionali. Avremo una interlocuzione con la società Ferrovie e con il Ministero per capire le loro linee di indirizzo partendo dalla parte Nord ma anche a Sud; primo tratto fino ad Ancona, poi fino a Pescara. Nei primi mesi del 2026 potremo avere un’idea del tratto fino ad Ancona, la concertazione sarà massima con ii territorio e con gli enti locali».

Il fronte turistico vive di accoglienza ma anche di attrattività. Come sta andando con l’aeroporto?

«In linea con lo scorso anno. La continuità territoriale sta producendo effetti molto importanti. Ci sono prospettive di crescita, si è passati dai 450mila ai 600mila strutturali. Le presenze degli stranieri sono fortemente collegate agli aeroporti. La connessione con i voli internazionali è aumentata di molto rispetto allo scorso anno: l’aeroporto è una infrastruttura che crea centralità: gli stranieri sono abituati all’alta velocità e agli aerei e dunque valuta la compressione del tempo legata agli spostamenti».

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Svem e Atim più che per il lancio delle imprese e del turismo sembrano aver brillato come carrozzoni capaci di agire senza un apparente filo logico. Si chiudono i carrozzoni o si cambiano sistemi operativi?

«C’è un naturale avvicendamento, non è che uno nasce in quel ruolo e deve rimanerci per sempre, ci saranno delle valutazioni dei risultati e vedremo anche le disponibilità. Quanto alla Svem c’è stata discontinuità rispetto alla Svim, faremo valutazioni. Non mi piacciono le polemiche, quando non ci sono notizie è una buona notizia. Su Atim dico che le presenze turistiche sono cresciute anche rispetto allo scorso anno, non saranno tutti meriti di Atim ma anche Atim, che ha meno di tre anni di vita, ha i suoi meriti. E’ una struttura che va completata e deve affermarsi nei mercati internazionali, deve avere il suo tempo, valutiamo nella sua capacità di portare valore aggiunto, ognuno è responsabile delle azioni e della capacità operativa».

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Acquaroli con Sandro Parcaroli

Il 2026 sarà l’anno delle elezioni a Macerata, le piace un Parcaroli bis o Fdi reclama spazio?

«Penso che la continuità sia sempre un valore anche davanti alle tante criticità che ci possono essere. La giunta Parcaroli ha attraversato un periodo complicatissimo, un anno e mezzo con le mascherine per l’emergenza pandemica che ha impedito il contatto con la cittadinanza nel momento iniziale e più importante del mandato amministrativo. Macerata ha avuto per anni la filiera istituzionale legata al centrosinistra e non ha saputo sfruttarla. Conosco l’importanza di un capoluogo di provincia e quando è debole il problema è per tutti. Macerata ora è cresciuta ed è più vogliosa di affermarsi rispetto alla stagnazione registrata negli anni di governo del centrosinistra».

La ricostruzione rischia di essere un’occasione persa se – come pure suggerisce l’Anci – non si uniscono le forze per progetti e servizi in comune: pare però che ogni campanile continui nel realizzare la singola scuola di paese pur non avendo quasi più alunni.

«E’ un tema vero e centrale, agli inizi della scorsa legislatura avevo lanciato un appello in questo senso. Bisogna ricostruire una vocazione di insieme: ogni paese non deve essere la fotocopia dell’altro ci può essere un territorio con una vocazione turistico, un altro più produttivo: la frammentazione rischia di penalizzare la crescita del territorio e la qualità complessiva».

Macerata, il nuovo ospedale non vede ancora il varo del progetto: lo scorso anno secondo gli annunci degli amministratori doveva essere posta la prima pietra.

«Abbiamo lavorato in questi anni per dare finalmente a Macerata dopo decenni il nuovo ospedale ed ora siamo nella fase finale della progettazione che porterà velocemente alla gara per cantierarlo, tenendo presente sempre che è un’opera che costerà oltre 200 milioni e che comporta questioni procedurali burocratiche da rispettare. Sta partendo anche via Mattei La Pieve, il sottopassaggio è quasi ultimato e si parla di lavori epocali. Per 40 anni con il centrosinistra non è mai cambiato nulla, poi uno può anche rimpiangere l’immobilismo. I cantieri (con i disagi conseguenti) passeranno, ho visto a Macerata una dinamicità che mi ha fatto molto piacere».

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Acquaroli con l’ex assessore alla Sanità Filippo Saltamartini

Sanità, quali differenze vede da Saltamartini a Calcinaro che ha iniziato con le visite mediche anche la domenica e il reclutamento straordinario di personale sanitario?

«Sono personalità di primo livello con caratteristiche diverse ma la visione è comune, lavoriamo per attuare le riforme avviate su quello che sicuramente è il tema più importante per i cittadini.».

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Adesso che sono passate le elezioni si può sbilanciare nella veste di tifoso, dovesse avere una sola possibilità meglio la salvezza della Civitanovese o la Champions all’Inter?

«Non mettetemi in difficoltà».

E’ quasi Natale, un pensiero a chi lo rivolge?

«Penso alla nostra regione. In questi cinque anni abbiamo riscoperto l’orgoglio di essere marchigiani, l’orgoglio delle nostre eccellenze, della nostra identità, delle tradizioni, anche quello per i nostri dialetti. Penso ad esempio alla cucina italiana patrimonio Unesco, percorso nel quale la nostra cucina marchigiana ha avuto un ruolo importante, ma anche alla candidatura dei nostri teatri a patrimonio mondiale, e questo deve avvenire per tutti i settori riconosciuti di eccellenza dai mercati mondiali. Le Marche hanno tanto da offrire e dobbiamo esserne consapevoli, dobbiamo essere più orgogliosi del nostro enorme patrimonio. Però voglio dirlo, un augurio di buon Natale a tutti».

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