Tribunale per i Minorenni:
«Uffici svuotati,
a rischio la tutela dei bambini»

ANCONA - Grido d'allarme di magistrati e avvocati: solo 8 dipendenti su 23 per 10mila procedimenti. Il presidente Cutrona chiama a raccolta il distretto: «Tutti a Roma dal Ministro». Tedeschini rinuncia alla pensione per non abbandonare l’ufficio

Un momento della conferenza

Le gravissime carenze di organico del Tribunale per i Minorenni delle Marche rischiano seriamente di penalizzare i minori. Per questo il Presidente del tribunale di Ancona Sergio Cutrona e il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Ancona Gianni Marasca hanno voluto lanciare congiuntamente il grido d’allarme coinvolgendo la Procura, presente Cristina Tedeschini e gli altri Consigli dell’Ordine degli Avvocati del distretto.
«Abbiamo bisogno della società civile e del ceto forense che ci sostengano per testimoniare le disfunzioni di questa situazione perché non si tratta della solita lamentala di un capo di un ufficio ma di una vera richiesta di aiuto», ha detto Cutrona.
La giustizia minorile, come quella del giudice di pace, è rimasta esclusa dagli obiettivi del Pnrr. Non potendo assistere con rassegnazione al progressivo smantellamento della giustizia per i minori che non è (e mai dovrebbe essere) una giustizia “minore” è stata indetta una conferenza stampa nella quale è emerso che servirebbe una dotazione di 23 impiegati amministrativi per smaltire 10mila procedimenti pendenti mentre al momento nel sono operativi 8.

«La giustizia minorile non è minore ma si occupa delle nuove leve di cittadini che manifestano atteggiamento di aggressività e antisocialità nei confronti dei quali va previsto un intervento – ha proseguito Cutrona – e il Tribunale dei minori ha importanza strategica per mantenere e favorire modelli più inclusivi».
Al momento sono in servizio due giudici più il presidente ma l’aggiunta di due ulteriori risorse previste per l’inizio del 2026 paradossalmente rischia di aggravare la situazione per le carenze del personale amministrativo. Senza l’azione penale e civile il giudice non può procedere e da qui il problema della Procura nella quale è rimasta solo la procuratrice Cristina Tedeschini perché il sostituto è in maternità e «mi è stato dato in prestito per 5 settimane un sostituto procuratore di procura ordinaria. Inoltre – ha detto – ho deciso di rinunciare ad andare in pensione come mio diritto non sentendomela di chiudere la porta e di abbandonare 15 persone che stanno dando il massimo per svolgere il proprio lavoro».
«A noi resta il compito di mitigare la delusione dei clienti che hanno delle aspettative e che invece percepiscono l’inefficienza del settore della giustizia minorile – ha detto Gianni Marasca, presidente Coa Ancona – e cerchiamo di fronteggiarla ogni giorno per evitare che possa sfociare in qualche atto grave di protesta. Gli avvocati non sono solo difensori ma curatori e il tribunale ha accumulato gravi ritardi nella corresponsione dei corrispettivi per il patrocinio a spese dello Stato». Insieme al presidente del Coa Ancona anche i referenti degli altri Coa del Distretto, della Camera Civile e Penale e della Camera Minorile.

La soluzione trovata la annuncia il presidente Cutrona. «Scriviamo al Ministro e chiediamo un incontro urgente al quale partecipare tutti uniti, andando fisicamente a Roma, dando un segnale chiaro di unità non per la solita protesta comune a molti ma per presentare una situazione gravissima che va affrontata dal Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria nell’immediato, tamponando l’emergenza perché è improcrastinabile».
Dalla discussione è emerso che i gravi crimini che scioccano l’opinione pubblica e i femminicidi non si risolvono aumentando le pene perché chi vuole commetterlo non fa calcoli circa il tempo per il quale si verrà puniti ma serve far prevenzione nel momento in cui si vede nascere il disagio. Chi uccide la moglie ha avuto spesso difficoltà nel percorso genitoriale.

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