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Festa in spiaggia affollata
e senza mascherine:
sigilli a uno chalet di Palombina

ANCONA - Stanotte il blitz dei carabinieri terminato con la chiusura per 3 giorni dello stabilimento balneare . La maggior parte degli avventori, ammassata a ridosso della console del disk jockey, non aveva protezioni e non rispettava le regole del distanziamento sociale

I carabinieri sulla spiaggia di Palombina Nuova

 

Prescrizioni Covid-19 non rispettate durante una serata con musica: i carabinieri della Stazione di Ancona-Collemarino chiudono uno stabilimento balneare di Palombina Nuova per 3 giorni.

I sigilli apposti all’ingresso dello stabilimento balneare

I controlli sono scattati stanotte, quando i militari della Stazione di Ancona Collemarino, nel corso di un mirato servizio teso alla verifica delle prescrizioni governative adottate per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, hanno messo i sigilli ad un noto stabilimento balneare in località Palombina Nuova. Nello chalet, in spregio ai divieti imposti dalla normativa di governo, era in corso una serata danzante con più di un centinaio di persone. Una volta giunti sul posto i militari hanno potuto constatare che, la maggior parte degli avventori, era ammassata a ridosso della console del disk jockey, senza la mascherina e ad una distanza interpersonale al di sotto del previsto metro.

Come noto, l’ordinanza 16 agosto 2020 sospendeva le attività del ballo sia all’aperto che al chiuso fino al 7 settembre. Con successivo Dpcm del 7 settembre scorso, veniva successivamente prorogata tale sospensione fino al 7 ottobre 2020. Sono state quindi interessate alla misura restrittiva non soltanto le discoteche, le sale da ballo e i locali assimilati destinati all’intrattenimento ma anche ad esempio lidi, stabilimenti balneari, spiagge attrezzate, spiagge libere, spazi comuni delle strutture ricettive ed altri luoghi aperti al pubblico nei quali non può al momento essere effettuata tale attività ricreativa. A carico del titolare è stata quindi elevata una sanzione amministrativa pari, nel minimo, ad 400 euro, con la chiusura obbligatoria dell’esercizio per 3 giorni. La chiusura a norma di legge, in seguito, può essere prorogata fino ad un massimo di 30 giorni, a discrezione della Prefettura.

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