Il mondo dello spettacolo piange la morte di Carlo Alighiero, avvenuta ieri, 11 settembre, dopo una breve malattia all’età di 94 anni a Roma. L’attore, doppiatore, regista e autore teatrale era nativo di Ostra. Lascia la moglie, l’attrice Elena Cotta con la quale ha condiviso un amore lungo 70 anni, anche per l’arte teatrale. L’aveva incontrata a Milano nel 1949 – riporta l’agenzia Ansa- prima di trasferirsi a Roma per frequentare l’Accademia Silvio D’Amico. Da allora, assieme, hanno calcato insieme i palcoscenici dei teatri italiani. Il debutto è avvenuto allo Stabile di Padova nel 1952 con L'”Agamennone” di Eschilo regia di Gianfranco De Bosio e subito dopo nell'”Amleto” di Vittorio Gassman. Negli anni Settanta l’artista ha perseguito una formazione teatrale indipendente e si ricerca sperimentale espressa in “Edipo” di Seneca, “Amleto” di Riccardo Bacchelli, fino all’allestimento di “Arlecchino servitore di due padroni” di Goldoni con la sua firma da regista ha inaugurato il Teatro Manzoni a Roma di cui è rimasto direttore artistico fino al 2002. L’attore ha lavorato molto anche in televisione fin dagli anni Cinquanta nel cast di “Maigret” con Gino Cervi e con Andrea Camilleri, Daniele Danza, Silverio Blasi, Morandi, Anton Giulio Majano, Giuseppe Fina, e poi in quello del tenente Sheridan di “Giallo Club” nel ruolo di Ubaldo Lay, Nel cinema negli anni ’70 anche anche avuto spessore nella veste di doppiatore di Anthony Quinn e Laurence Olivier, tra gli altri, e come voce narrante di Omero nello sceneggiato “Odissea” di Franco Rossi. I funerali di Carlo Alighiero si terranno martedì mattina, 14 settembre, nella Chiesa di San Francesco a Ripa a Trastevere.
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