Il Circolo Legambiente di Falconara, il Circolo di Jesi e il Circolo di Matelica/San Severino, hanno costituito, insieme alla Riserva Naturale Ripa Bianca di Jesi e al Wwf Ancona-Macerata, un gruppo di lavoro per la tutela del Fiume Esino. Le azioni hanno avuto l’avvio con una petizione, inoltrata al Comune di Falconara dal Circolo Legambiente Martin Pescatore, sottoscritta da numerosi cittadini, in cui viene richiesto di prestare attenzione, per quanto di competenza dell’ente comunale, per la salvaguardia dell’igiene e della salute dei cittadini, all’inquinamento delle acque del fiume in zona foce, segnalando alcune situazioni critiche e allegando i risultati negativi e oltre la norma, delle analisi effettuate in occasione del passaggio di Goletta Verde lungo la costa marchigiana.
«Per approfondire la problematica dell’inquinamento delle acque del fiume e della depurazione pubblica e privata, – spiega una nota ufficiale – sono stati organizzati, a cura del suddetto gruppo di lavoro Legambiente e Wwf, incontri con gli Enti competenti in materia di “Acque”, considerando che su questo campo della qualità delle acque e della depurazione degli scarichi ci sono già sanzioni dell’Europa ed è necessario rientrare velocemente nei limiti di legge. Legambiente e Wwf, dopo una fase di approfondimento dello stato dell’arte, intendono mettere in campo iniziative pubbliche di sensibilizzazione, di informazione e cittadinanza attiva, in stretta sinergia con il programma di azione del Contratto di Fiume dell’Esino, che prevede l’avvio nella prossima primavera di un percorso di formazione per la realizzazione di azioni di cittadinanza attiva a tutela del fiume con la costituzione di un corpo di volontari denominati “Custodi del Fiume Esino”».
David Belfiori sottolinea che l’iniziativa promossa dalla Riserva Ripa Bianca, che sarà realizzata in collaborazione con Legambiente, «consentirà ai “Custodi del Fiume Esino” di segnalare la presenza di scarichi sospetti, di discariche abusive di rifiuti, di abbattimenti di specie vegetali protette, situazioni di dissesto idrogeologico, morie di pesci ed altri animali, sentieristica pedonale e ciclabile da riqualificare, osservazioni naturalistiche. Si auspica che i Custodi del Fiume Esino possano diventare anche soggetti attivi di azioni di riqualificazione ambientale, come la piantumazione di specie vegetali e la raccolta di rifiuti e che i cittadini residenti nei territori a partire dalla sorgente fino alla foce, si mettano a disposizione per fare questa esperienza di cittadinanza attiva essenziale per la salvaguardia dell’habitat fluviale, ampiamente minacciato soprattutto negli ultimi anni».
Maria Cristina Mosciatti, guida naturalistica e ambientale, socia di Legambiente fa presente che «ci sono problemi già a partire dalla sorgente del fiume, per poi non parlare degli affluenti più o meno grandi che afferiscono e che andrebbero costantemente monitorati. Quindi è necessario prendere in seria considerazione anche la tutela del primo tratto dell’Esino, dalla sorgente nel Comune di Esanatoglia,fino a dove s’incontra con il Fiume Giano nella località di Borgo Tufico e si precisa che almeno in questi ultimi anni non risulta siano stati, se non per qualche rara eccezione, controllati».
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