Addio a Cesare ‘Cesarì’ Sparapani:
ex capo di gabinetto in Comune
negli staff dei sindaci Galeazzi e Sturani

ANCONA - Nato a Macerata ma dorico d'adozione, aveva 89 anni. Risolse questioni annose come la regolarizzazione delle grotte del Passetto oltre a essere l’esecutore materiale delle ordinanze sindacali di demolizione di tutti i capanni in muratura di Mezzavalle e Portonovo. Da giovane geometra si occupò degli scavi di Urbs Salvia, oggi Parco archeologico di Urbisaglia

Cesare Sparapani

E’ venuto a mancare questa mattina al Centro Nemo di Torrette, Cesare ‘Cesarì’ Sparapani.
Nato a Macerata ma dorico adottato da decenni, aveva 89 anni e svolse il ruolo di capo gabinetto negli staff dei sindaci Galeazzi, del quale fu braccio destro a tutti gli effetti, e Sturani.
A ricordarlo è Sergio Sparapani, giornalista, autore di numerosi libri a carattere storico e funzionario del Comune – Direzione Cultura che lo ricorda come «cugino di mio padre, ma soprattutto un amico».
‘Cesarì’ «tra le altre cose si occupò, con tatto e intelligenza, di questioni annose, come quella delle grotte del Passetto che, grazie alla legge sul condono edilizio, nel 1965, furono tutte regolarizzate. E’ stato inoltre l’esecutore materiale delle ordinanze sindacali di demolizione (il sindaco era Guido Monina) di tutti i capanni in muratura di Mezzavalle e Portonovo – prosegue – consentendo così ad anconetani e turisti di godere di queste località balneari».
Da giovane geometra si occupò degli scavi di Urbs Salvia, oggi Parco archeologico di Urbisaglia.
«Nel 1953 – prosegue – partì da Macerata per stabilirsi prima in Romagna e poi in Piemonte. Si è quindi trasferito ad Ancona. Nel 1996 il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, conferì a Cesare l’onorificenza di cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica italiana per meriti acquisiti a favore della popolazione anconetana colpita dal terremoto del 1972. E’ stato anche presidente della banda di Ancona».
Sergio aggiunge poi come «con Cesarì, se ne va una di quelle classiche figure pressoché insostituibili in una pubblica amministrazione: segretario, assistente, facilitatore, risolutore di problemi, era uno di quelli che in Comune “mandava avanti le cose” unendo le competenze amministrative alla conoscenza del territorio e delle persone. Coniugando competenza e umanità trattava, concordava, smussava gli angoli con il fine di raggiungere l’obiettivo che era sempre il bene pubblico. Pur congedato da tempo dall’amato Municipio di piazza XIV maggio – ricorda -, tra i cittadini, e persino tra i giornalisti, per anni si è sentita l’assenza dell’abilità nelle pubbliche relazioni e di uomo d’ordine, nel verso senso della parola, di Cesare Sparapani».
Cesare Sparapani lascia i figli Armando, Francesca, dipendente del Comune di Ancona, Andrea e la moglie Anna.
Il funerale sarà giovedì alle 10 alla chiesa San Paolo di Vallemiano.

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