Sentiero della Vedova, il sindaco Daniele Silvetti ha firmato una nuova ordinanza che lo chiude fino ad ottobre, a salvaguardia della pubblica incolumità. Ordinanza che reitera i divieti, già disposti da quella sottoscritta nel 2019 dalla sindaca Valeria Mancinelli ma nei fatti disattesi. Il sentiero, che si snoda nell’area del Parco del Conero e che ha preso a prestito il nome dell’omonima trattoria, viene molto pubblicizzato sui social media. E’ percorso dalla primavera a fine estate da tanti turisti, bagnanti e ‘grottaroli’ che vogliono raggiungere l’incantevole ma insidiosa spiaggia della Vedova.
L’accesso a questo tratto di litorale avviene attraverso il viottolo che, per circa 200 metri insiste su una proprietà privata. All’inizio del sentiero, dal 2019 è stato installato un cartello per segnalare il divieto di accesso e stazionamento lungo il litorale per pericolo di crolli della falesia che negli anni si sono manifestati. Divieto che fino ad oggi quasi nessuno ha rispettato. Il sentiero è stato proibito perché non presenta alcun altra utilità «se non quella di permettere l’accesso ad una parte del litorale per il quale vige il divieto di transito e stazionamento» evidenzia l’ordinanza sindacale. L’atto pubblicato ieri dispone nel dettaglio «l‘interdizione al transito del sentiero in località “la Vedova”, tra i civici 115/A e 115/B di via del Conero, fino al termine della stagione estiva 2025 e comunque non oltre il 31 ottobre prossimo». L’ordinanza sindacale impone in sostanza «la chiusura del cancello di accesso al proprietario e all’usufruttuario dell’immobile al civico 115/A di via del Conero, nel cui terreno si sviluppa il primo tratto del percorso» per questo arco temporale. I contravventori, per legge, rischiano l’arresto fino a tre mesi o un’ammenda fino a 206 euro per inosservanza al provvedimento.
Il sindaco Silvetti ha deciso di emanare l’ordinanza dopo i malumori espressi dai residenti della zona preoccupati dalla conseguenze che potrebbero ricadere in termini di responsabilità giuridica su di loro in caso di infortuni. Timori e lamentele espressi nelle missive inviate al comando della Polizia locale, alla Prefettura, al Parco del Conero e anche al Nucleo Carabinieri Forestali. Dopo il sopralluogo svolto a fine luglio da personale dell’Area Opere Pubbliche e Protezione Civile del Comune di Ancona e il rapporto di servizio redatto dal Comando della Polizia locale, il primo cittadino dorico ha ritenuto opportuno adottare il provvedimento contingibile ed urgente rilevando che la situazione di pericolo «è nota da tempo» e ritenendo «le regole procedimentali poste a presidio della partecipazione del privato». Nei contenuti l’ordinanza riassume quella della sindaca Mancinelli anche se «è frutto di nuove verifiche, accertamenti e valutazioni in fatto e diritto svolte nuovamente alla data dell’8 agosto» viene precisato. Del provvedimento è stata data comunicazione al prefetto ed è stato richiesto un parere preventivo all’Ente Parco Regionale del Conero.
Nei giorni scorsi non erano mancate le polemiche sulla manutenzione dei numerosi sentieri che conducono alle spiagge di Ancona. «I sentieri di accesso alle spiagge a picco sulla falesia cittadina esistono da più di un secolo e nascono come percorsi di accesso alle “grotte” e agli scali che i pescatori utilizzavano per ricoverare imbarcazioni e strumentazioni – ricorda in un post il consigliere comunale Francesco Rubini (Aic) – Tali sentieri sono in larga parte il frutto del lavoro manuale e volontaristico della popolazione locale e sono un vero e proprio patrimonio storico , naturalistico e paesaggistico così come lo sono le spiagge di cui trattasi, uniche per locazione e caratteristiche. I sentieri e le spiagge (Scalaccia, Baffo, Vena, Vedova, Trave…) sono tracciati nelle mappe del Parco del Conero, numerati e segnalati su guide, siti e social (non sono certo “abusi”). Le amministrazioni pubbliche succedutesi, colpevolmente, negli anni non hanno mai voluto occuparsi di questo patrimonio inestimabile abbandonandolo e facendolo oggetto di ridicole ordinanze di divieto di transito e stazionamento, pulendosi le mani da ogni responsabilità. Nell’inerzia delle amministrazioni, grottaroli e frequentatori di queste aree, in via del tutto volontaria, hanno manutenuto i sentieri ed impedito che questa immensa bellezza finisse abbandonata e chiusa alla fruizione pubblica».
Rubini rileva inoltre che «negli anni, e a più riprese, i proprietari (non tutti) che hanno ville e case in prossimità di questi accessi al mare hanno tentato di chiudere, recintare, mettere cancelli, molto spesso in maniera del tutto arbitraria e predatoria. Più volte abbiamo protestato e manifestato contro la protervia di questi arroganti. Ora, stante questa situazione, in assenza di una politica capace di mettere in sicurezza le aree e garantire la pubblica fruizione senza rischi, possiamo decidere di darla vinta ai pochi benestanti delle ville che, con la chiusura dei sentieri (e conseguente abbandono dell’intero patrimonio paesaggistico) vedrebbero esaudito il sogno di una vita, oppure provare a mantenere questo equilibrio tra storia, natura e tradizioni. Io starò sempre con chi vuole perseguire la seconda strada, contro ogni abuso privato» conclude Rubini.
(Redazione CA)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati