In piazza per Gaza:
cortei record ad Ancona
paralizzano il porto

STOP - Migliaia di manifestanti, accorsi da tutta la regione, hanno bloccato gli accessi alle banchine, in un’azione di protesta a sostegno della Palestina e ispirata ai blocchi dei portuali di Genova


di Marco Benedettelli

Anche le Marche partecipano alle proteste in solidarietà con il popolo di Gaza. Migliaia di persone sono scese in strada ad Ancona, accorse da numerose città, con un impatto numerico che da anni non si contava nei cortei del capoluogo. Tanto che l’Autorità portuale ha deciso di bloccare nel pomeriggio e fino a sera l’attracco dei traghetti, in uno scalo circondato da manifestanti pacifici.


Due i cortei che si sono tenuti in città, tutti concentrati nell’area del porto, proprio con l’obiettivo di fermare il traffico marittimo. Azione ispirata e collegata – ad Ancona come in altre banchine d’Italia – alla protesta dei camalli di Genova, i lavoratori portuali protagonisti ormai da settimane, di blocchi e azioni di solidarietà verso la Palestina e la Global Sumud Flotilla, la spedizione umanitaria di imbarcazioni civili diretta a Gaza. La giornata di proteste marchigiane, iniziate in varie città della regione fin dalla mattina e culminata con le dimostrazioni ad Ancona, si unisce alla mobilitazione nazionale di questo 22 settembre, data di sciopero indetto dai Sindacati di base e cortei in tantissime città di d’Italia.


Il primo assembramento è partito alle 16. Ad organizzarlo, il Coordinamento Marche per la Palestina, che mette in rete associazioni, movimenti e singoli attivisti e attiviste.
Da via Mattei, zona Marina Dorica, il corteo si è diretto fino al terminal Maersk,in un lunghissimo fiume di partecipanti, 2500 persone secondo le stime di alcuni organizzatori, o forse più. E poi, in parallelo ma con le lancette dell’orologio spostate più avanti, si è snodata la protesta “Blocchiamo il porto di Ancona”, organizzata dalla Centri Sociali delle Marche e Usb al Mandracchio, intorno alla Mole Vanvitelliana. La protesta si è concentrata in direzione del valico di entrata e uscita dalle banchine, col coinvolgimento di attivisti, lavoratori del porto uniti a  studenti per la Palestina, operai dei cantieri, educatori, professori, polisportive popolari. C’erano persone di ogni età, bambini per mano a nonni, ragazze e ragazzi teenager.
«La vastità delle mobilitazioni e delle azioni che hanno caratterizzato la giornata di oggi è straordinaria e segna un passaggio storico – è il commento raggiante del coordinamento del Centri sociali Marche – Di fronte alle complicità delle istituzioni internazionali con il genocidio perpetrato da Israele, migliaia di persone hanno deciso di agire in prima persona, di unirsi non solo per esprimere il proprio dissenso ma per praticare forme di azione diretta in gradi di bloccare l’ordinario flusso di merci, scambi economici, traffico di armi, quelle stesse merci e quegli stessi interessi economici a cui si vuole sacrificare la libertà di un popolo e la vita di decine di migliaia di persone».


Altrettanto colorato e festoso, l’altro corteo del Coordinamento Marche per la Palestina, che è partito alle 16.
Un fiume colorato che è avanzato tra i capannoni della nautica e i binari del treno, raccogliendo persone da tutta la regione e moltissime sigle, bandiere di Emergency, Amnesty International, come del gruppo Non una di meno, Marche per il disarmo, Bds Italia, come medici e infermieri in camice bianco, gruppi di amici da Montappone, dal Piceno, studenti della scuola primaria, da Fermo, “Ma davanti a questo, come fare”, è la constatazione amara di una insegnante, singole persone, anche, infondo al corteo, bandiere politiche, del Partito Comunista italiano e dei Cinque Stelle.  Molti partecipanti si sono scambiati tra le due manifestazioni, prendendo parte prima all’una, poi all’altra.


Già prima dei due cortei serali, le iniziative pro Palestina sono iniziate in mattinata e in diverse città delle Marche. Tra università, scuole, piazze. Spiegano in una nota i Centri Sociali Marche: «In tutte le occasioni come è successo all’eccezionale assemblea che si è svolta questa mattina alla Facoltà di Economia e commercio ad Ancona, è emersa la determinazione ad agire, a boicottare, a sanzionare, a bloccare il porto di Ancona, come sta succedendo negli altri scali del paese».
All’università di Macerata studentesse e studenti non hanno permesso al rettore John Mc Court di prendere la parola in apertura dell’assemblea organizzata in occasione della sospensione delle lezioni al Dipartimento di Scienze Umanistiche. Criticato, perché, riporta la nota, «Negli ultimi due anni mentre in Palestina si resisteva sotto le bombe dell’esercito israeliano, l’Università di Macerata ha continuato a collaborare con Israele attraverso progetti europei che non ha voluto mai recidere ignorando le pressioni degli studenti e studentesse, portate avanti attraverso due manifestazioni e altrettante occupazioni dell’università».
Proteste anche a Fermo, dove più di 400 studenti sono scesi per le strade. Anche a Senigallia e Fano hanno scioperato e sono andati in piazza centinaia di studenti e studentesse, docenti e personale educativo da diverse scuole delle città.

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