di Sabrina Marinelli
Nuovo ricorso al Tar contro il Comune, presentato dai titolari dell’Albergo Regina per una veranda che chiedono di sanare dal lontano 1986. Non è un hotel qualsiasi ma l’unico costruito direttamente sulla sabbia.
Oltre alla spada di Damocle della Bolkestein, gli attuali proprietari tentano da circa quarant’anni di condonare l’ampiamento esterno della struttura realizzato prima del loro arrivo.
Solo nel 2013, dopo svariati anni di lotte a colpi di carte bollate, sono riusciti a ottenere una risposta alla richiesta di sanatoria. Una risposta negativa poiché la Sovrintendenza proprio nel 2013 – dopo quasi 100 anni dalla costruzione e dopo 30 anni dalla richiesta di sanatoria – decideva di apporre improvvisamente un vincolo storico – architettonico. Da qui il conseguente parere negativo della stessa Sovrintendenza e della Provincia. E’ partito il primo ricorso al Tar, la proprietà è arrivata fino al Consiglio di Stato che l’ha rigettato nel novembre del 2024.
Nel frattempo, il Comune ha emesso un’ordinanza di demolizione che gli albergatori hanno impugnato, presentando nei giorni scorsi un nuovo ricorso al Tar.
«Pur nella kafkiana situazione in cui i proprietari si sono ritrovati – spiega l’avvocato Roberto Paradisi che difende i proprietari dello storico hotel – vi è la volontà di demolire le opere non condonate ma è stata notificata una ordinanza confusionaria ed ineseguibile poiché non si comprende cosa si deve demolire e cosa si deve preservare poiché tutelato dal vincolo. Addirittura l’ordinanza chiede di demolire opere che risultavano già presenti nel 1929 – tra cui il muretto originale e le finestre a nastro – e quindi tutelate. Abbiamo chiesto al Comune di emanare una nuova ordinanza chiara ed eseguibile in modo che siano gli uffici ad assumersi la responsabilità tecnica delle parti da demolire. Ma non abbiamo ottenuto risposte chiare. Da qui il ricorso al Tar».
La veranda della discordia è peraltro storica come tutta la struttura. Proprio lì è stata girata inoltre una scena del film Miranda di Tinto Brass nel 1985 con Serena Grandi. Quella struttura è entrata nella storia del cinema, ha ospitato una grande attrice e per i proprietari ha un immenso valore.
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