Depuratore di Filottrano,
chiuse le indagini: tre denunciati
per inquinamento ambientale

ANCONA - Nel mirino della Procura due ex presidenti e il direttore tecnico della società partecipata che gestisce l’impianto. Contestata la mancata manutenzione della rete fognaria e gli sversamenti di acque reflue nei fossi e nei terreni a sud-est del centro abitato

Verifiche dei carabinieri Forestali sullo scolmatore

Si sono concluse nei giorni scorsi le indagini avviate dalla Procura di Ancona in merito agli sversamenti di acque reflue avvenuti tra il 2019 e il 2023 nel territorio comunale di Filottrano. Sono tre le persone denunciate per inquinamento ambientale colposo: due ex presidenti e il direttore tecnico della società partecipata che gestisce l’impianto di depurazione cittadino.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori del nucleo investigativo di Polizia ambientale agroalimentare e Forestale di Ancona e del nucleo carabinieri Forestale di Jesi-San Marcello, i vertici della società non avrebbero provveduto alla manutenzione delle linee fognarie e degli scolmatori, né alla riparazione dei guasti alle condotte danneggiate, con conseguente dispersione di liquami e acque reflue nei fossi e nei terreni agricoli a sud-est del centro abitato. Le indagini sono partite nel 2019 dopo una serie di esposti di cittadini che segnalavano la presenza di odori nauseanti e fuoriuscite di liquami nelle campagne. Gli accertamenti si sono concentrati prima sull’impianto di depurazione, entrato in funzione nel 2017, poi sulla rete fognaria di servizio. È emerso che gran parte delle acque reflue non veniva convogliata al depuratore, ma si disperdeva nei terreni rurali a causa di errori di progettazione e di scarsa manutenzione.

Verifiche dei carabinieri Forestali sullo scolmatore

Dai sopralluoghi e dalle analisi eseguite dai carabinieri Forestali e dall’Arpam di Ancona tra il 2019 e il 2023, sono state riscontrate concentrazioni di inquinanti nel suolo – tra cui Escherichia coli, azoto ammoniacale e tensioattivi – di molto superiori ai limiti di legge. Secondo l’accusa, inoltre, non esisteva un piano di manutenzione degli impianti e molti scolmatori risultavano inaccessibili o abbandonati, con vegetazione infestante che ne impediva la pulizia.I tre indagati rischiano la reclusione fino a quattro anni e la multa fino a 65mila euro prevista per il reato di inquinamento ambientale colposo.

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