di Nicoletta Paciarotti
«La vita è sempre quello che meno ti aspetti». Con una citazione di Woody Allen, il professor Enrico Quagliarini ha aperto il suo primo discorso da Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, nella Cerimonia del Sigillo svoltasi oggi pomeriggio nell’Aula Magna di Monte Dago. L’evento, solenne e partecipato, ha segnato il passaggio di consegne con il rettore uscente Gian Luca Gregori, chiudendo un capitolo e aprendone un altro nel segno della continuità e della responsabilità condivisa.
«È un ponte tra una pagina che si chiude e una nuova che si apre – ha detto Quagliarini – senza sentimenti di rivalsa ma con spirito di servizio». Ha voluto subito chiarire lo spirito della propria candidatura: «Non è stata calata dall’alto, ma è nata dal dialogo e dal senso di responsabilità. Come ricorda Cassese, le cariche non si chiedono ma non si rifiutano».
Nel suo intervento iniziale, Quagliarini ha ringraziato la famiglia e i collaboratori che – lo mostra – gli hanno donato un ermellino, simbolo del suo percorso all’università.

Passaggio del Sigillo tra Gregori e Quagliarini
Con l’80% dei voti, il nuovo Rettore ha raccolto un ampio consenso e ha annunciato di voler «costruire un progetto per l’Ateneo e con l’Ateneo», fondato su idee, energie e competenze di tutta la comunità universitaria. La linea programmatica ruoterà attorno a ricerca, didattica e valorizzazione delle conoscenze, con una particolare attenzione a studentati, stipendi del personale e al futuro delle ricercatrici Pnrr, oggi a rischio per la carenza di risorse.
Nel suo discorso di commiato, il rettore uscente Gian Luca Gregori ha ricordato i risultati raggiunti nei sei anni di mandato: il rafforzamento della sicurezza sul lavoro, la revisione delle regole sui buoni pasto, la nascita del laboratorio per la certificazione delle mascherine e la gestione delle emergenze, dall’alluvione allo sciame sismicofino al progetto ProPal.
Sotto la sua guida, l’Ateneo ha ampliato i confini con l’Hub interregionale Amu (Abruzzo, Marche, Umbria), portando i corsi di laurea da 50 a 75, in larga parte multidisciplinari e in lingua inglese. Gli studenti sono passati da 4.841 nel 2020 a 5.549 nel 2025, con un +12% di immatricolazioni internazionali, mentre i docenti sono aumentati di 100 unità e il personale tecnico-amministrativo è salito da 525 a 605.«Abbiamo costruito un’università viva, che dialoga con il territorio e crede nella sostenibilità sociale, economica e ambientale – ha sottolineato Gregori – perché prima delle competenze ci sono le persone».
Tra i simboli di questa visione: la nascita del Coro “Sing the Future”, la cooperativa sociale “Le Marmellate di Redenta” in collaborazione con don Aldo Buonaiuto a sostegno delle vittime della tratta, e il Fondo intitolato a Carlo Urbani. Importante anche il sostegno della Fondazione Cariverona, che ha destinato all’Ateneo quasi un milione di euro e ha già confermato la collaborazione per il 2026.

Le autorità presenti in sala
Quagliarini eredita un’università in salute, ma con questioni cruciali da affrontare: la carenza di residenze universitarie, la rigidità di bilancio – l’80% dei costi è legato al personale con un turnover del 55% – e l’incertezza per le ricercatrici del Pnrr. «Non è il peggior momento per guidare l’Ateneo – ha detto – nelle crisi si creano opportunità». Il nuovo Rettore punta ad ampliare la componente internazionale, potenziare i percorsi post-laurea e di lifelong learning e rafforzare la vocazione dell’Univpm come centro tecnologico delle Marche, «capace di anticipare e non inseguire il futuro».
«Abbiamo persino fatto saltare una riunione, con la scusa di un frigorifero guasto, per ricordarci che il dialogo vale più di ogni imposizione» ha aggiunto sorridendo. Un messaggio di stile e metodo, che sintetizza il senso del nuovo corso. L’Università Politecnica delle Marche (Il corriere della Sera la classifica 46esima tra le cento aziende italiane), oggi più che mai, brilla di risultati ma guarda alle sfide del domani.
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