
Un autobus in servizio (Archivio)
La crisi di Conerobus torna a infiammare il confronto tra sindacati e istituzioni. Dopo la rottura del tavolo di confronto con l’azienda, le sigle Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferro lanciano un appello alla Regione Marche e al Comune di Ancona: «Servono subito risorse strutturali, la politica non può più voltarsi dall’altra parte».
Secondo i sindacati, la società che gestisce il trasporto pubblico nell’area anconetana versa in una crisi economica profonda, certificata dal bilancio 2024 chiuso con un considerevole passivo. «Non si può andare avanti con strategie emergenziali o piani di risanamento privi di basi economiche solide – denunciano –. Senza interventi concreti, il futuro di Conerobus e dei suoi dipendenti è a rischio».
Le organizzazioni chiedono interventi economici continuativi della Regione, una rivisitazione dei contratti di servizioper adeguarli ai costi reali di carburante, manutenzione e inflazione, e un aggiornamento del costo chilometrico. «Non possono essere i lavoratori né i cittadini a pagare le inefficienze del sistema e le mancate scelte politiche», sottolineano le sigle, che chiamano in causa direttamente Regione, Comune e soci per un impegno immediato e vincolante.
Intanto resta confermato lo sciopero del 20 novembre, al quale i sindacati invitano tutta la cittadinanza a partecipare «a sostegno del trasporto pubblico marchigiano e del diritto alla mobilità», chiudono i sindacati.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati