«In questi due anni siamo riusciti grazie al Pd a parlare di tutto: competenze dell’Anas, delle Ferrovie, dello Stato, dell’unione Europea, della Regione, del ministero degli esteri, etc etc etc; ultimamente è stata addirittura intavolata una polemica sui contratti di manutenzione degli ascensori di una struttura ospedaliera sempre ovviamente a spese dei cittadini di Ancona. Poco da aggiungere, in ogni caso mentre vengono messe continuamente in scena questi psicodrammi che oramai sfociano nel grottesco questa maggioranza guidata dal sindaco Daniele Silvetti continua a lavorare per Ancona e per i suoi cittadini, una preghiera: continuate così». E’ il commento del capogruppo di Fratelli d’Italia Jacopo Toccaceli, consigliere comunale della maggioranza di Ancona dopo l’ennesima frizione con l’opposizione emersa ieri, nel corso dei lavori della I Commissione consiliare.
Le ultime polemiche tra i due schieramenti politici sono affiorate intorno al ruolo del segretario comunale Giovanni Montaccini, accusato dalla minoranza – in particolare da Francesco Rubini (Altra Idea di Città) – di essere poco imparziale. Al centro del conflitto c’è un parere tecnico redatto dal segretario su una mozione del consigliere Giacomo Petrelli (Pd) che era già stata discussa in Consiglio comunale ma che era stata rinviata e riportata di nuovo in Commissione che punta a introdurre un criterio premiale negli appalti comunali per le aziende che garantiscono ai dipendenti una retribuzione minima di 9 euro lordi all’ora e si richiama alla questione del ‘salario minimo’.
Ieri mattina il consigliere dem ha considerato «inopportuno» che il segretario generale del Comune di Ancona producesse un parere preventivo, senza comunicarlo a lui stesso che è il proponente della mozione. Anche perché il documento di 19 pagine, che sarebbe stato consegnato ai consiglieri pochi minuti prima della seduta, ha fatto osservare Petrelli) sostiene che la mozione tratta materie non di competenza del Consiglio comunale e che, se approvata, configurerebbe un “impegno contra legem” a cui i dipendenti pubblici non potrebbero conformarsi.
E’ stata la presidente di Commissione, Annalisa Pini a riassumerne i contenuti per mettere poi ai voti il proseguimento della discussione. I consiglieri di minoranza, da Francesco Rubini (Aic) a Carlo Pesaresi (Ancona Diamoci del Noi), hanno contestato la richiesta, rilevando un presunto eccesso di interferenza da parte del segretario. Giacono Petrelli, in particolare, ha specificato che quel parere non ha per lui alcun valore, annunciando che riporterà la mozione direttamente in Consiglio comunale. Le colleghe del gruppo dem Mirella Giangiacomi e Susanna Dini hanno criticato la maggioranza ritenendo che voglia sottrarsi alla responsabilità politica, nascondendosi dietro un parere tecnico. La Commissione si è conclusa con l’abbandono dell’aula da parte degli esponenti del centrosinistra che valuteranno. l’ipotesi di un ricorso al prefetto.
Nella sua nota Jacopo Toccaceli parla di «un Pd sempre più in difficoltà e sempre più ai margini della vita reale della città cerca ogni pretesto per creare pretestuose polemiche prive di ogni fondamento, obiettivo: distogliere l’attenzione dei cittadini dalle reali problematiche della città causate da anni del loro malgoverno, nascondere l’assoluta mancanza di proposte ed idee concrete e soprattutto la ricerca oramai quasi patologia del post ad effetto sui social. Ieri – si legge nel comunicato – si è consumata l’ennesima farsa nella I Commissione: oggetto del contendere una mozione su una sorta di minimo salariale a livello comunale. Questa volta il pretesto della polemica è stato che il presidente della commissione, cercando di interpretare al meglio il suo ruolo a beneficio dei lavori della commissione stessa, aveva chiesto un parere in materia da parte del segretario generale e siccome il parere tecnico era negativo apriti cielo. Ho due volte avanzato la seguente proposta che riporto testualmente: “Abbiamo dibattuto a lungo in consiglio, propongo di mettere in votazione” … addio polemica addio post, questa votazione non s’aveva da fare. Quindi parlando di negazione delle prerogative democratiche, alla mia reiterata proposta di votare se ne sono andati tutti, forse il loro modello di democrazia è diverso dal mio, perché nel mio modello di democrazia ognuno esprime liberamente le proprie idee, si vota e la maggioranza vince, del loro modello mi sfugge qualcosa» conclude Toccaceli.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati