
Le indagini sono state svolte dalla Squadra Mobile
I poliziotti della Squadra Mobile di Ancona, coordinati dalla procura dorica, hanno dato esecuzione all’ordinanza di aggravamento della misura cautelare già in atto, dell’allontanamento dalla casa famigliare e del divieto di avvicinamento e di comunicazione con ogni mezzo, tutelata dall’applicazione del braccialetto elettronico, sostituendola con la misura più afflittiva della custodia cautelare in carcere disposta dal Gup presso il tribunale di Ancona nei confronti di un 50enne extracomunitario senza fissa dimora.
Il 26 giugno scorso, infatti, i poliziotti erano intervenuti in un’abitazione di Ancona per una lite in famiglia segnalata dalla figlia minore dell’uomo.
In quella circostanza, l’equipaggio arrestò in flagranza l’uomo per i reati di maltrattamenti in famiglia e di lesioni commessi nei confronti della moglie convivente alla quale veniva procurato un trauma cranico con prognosi di 25 giorni. Nello stesso ambito, l’indagato venne inoltre denunciato per i reati di violenza a pubblico ufficiale e lesioni poiché si era scagliato contro gli agenti intervenuti procurando ad uno di loro lesioni personali con prognosi di 5 giorni. Al termine delle formalità, l’arrestato veniva rinchiuso a Montacuto.
Il giorno successivo l’indagato venne scarcerato e contestualmente gli fu applicata la misura cautelare non detentiva dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla donna, ad una distanza non inferiore a 1.000 metri, con l’applicazione del braccialetto elettronico.
Da quanto appreso, alla fine del novembre scorso l’uomo, nonostante le prescrizioni imposte, avrebbe mantenuto la propria condotta persecutoria, continuando a contattare la donna, minacciandola di morte e dicendole che avrebbe manomesso il braccialetto elettronico, l’avrebbe raggiunta presso la casa familiare e successivamente l’avrebbe ammazzata prima di togliersi la vita. Ciò considerato, anche alla luce del fatto che l’indagato non aveva una fissa dimora e non risultava essere collaborativo nella gestione del braccialetto elettronico, la Squadra Mobile ha inoltrato all’autorità competente una richiesta di aggravamento della misura cautelare in atto, a tutela della moglie ed i suoi tre figli.
Il Gup del tribunale di Ancona, condividendo appieno le risultanze investigative, sostituiva la misura precedente con quella più afflittiva della custodia cautelare in carcere. L’aggravamento è stato disposto dal Gup del Tribunale di Ancona dopo l’esercizio dell’azione penale e prima dell’udienza preliminare già fissata per gennaio 2026.
Nel tardo pomeriggio di sabato 6 dicembre, gli agenti della Squadra Mobile dorica, hanno rintracciato l’indagato in città e, dopo le formalità di rito, lo hanno rinchiuso a Montacuto.
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