Il 2026 di Conerobus inizia già con la proclamazione di un nuovo sciopero. Le organizzazioni sindacali di settore hanno anche fissato la data che è quella del 29 gennaio. Filt Cgil, Uiltrasporti e Faisa Cisal tornano ad accusare il Comune di non rispettare gli impegni assunti nei confronti dei circa 430 lavoratori di Conerobus e, soprattutto, dei cittadini che chiedono un servizio di trasporto pubblico efficiente e affidabile. Secondo i sindacati, le dichiarazioni rilasciate dal sindaco Daniele Silvetti e dall’amministrazione comunale sulla volontà di garantire stabilità occupazionale e continuità del servizio «non troverebbero riscontro nei fatti. Anzi, tali affermazioni sarebbero state smentite, almeno stando a quanto riportato dalla stampa, dalle recenti dichiarazioni del vicesindaco Giovanni Zinni. – si legge in una nota ufficiale – Le sigle ricordano inoltre che «da oltre tre anni di amministrazione il capitale dell’azienda è stato ridotto due volte», aggravando una situazione economica già critica».
Le risorse che il Comune dovrebbe destinare a Conerobus, sottolineano i sindacati, non rappresentano un “regalo”,«ma un adeguamento del corrispettivo previsto dal contratto di servizio, indispensabile per garantire il diritto alla mobilità. – prosegue la nota – Attualmente, ogni volta che un mezzo esce dal deposito l’azienda registra una perdita economica, poiché i contratti di servizio tra Regione Marche e Atma, e tra Comune di Ancona e Conerobus Spa, non coprono i costi reali di esercizio. Basti pensare che il costo chilometrico del servizio extraurbano nella provincia di Ancona è di circa 1,49 euro al chilometro, a fronte di un consumo medio dei mezzi di tre chilometri per litro di carburante. Le uniche entrate dell’azienda derivano dai contratti di servizio, dalla vendita di biglietti e abbonamenti e dal Fondo nazionale trasporti, ambito in cui le Marche risultano fanalino di coda».
«Il diritto alla mobilità è riconosciuto dalla Costituzione ed è parte dei servizi pubblici essenziali – affermano Filt Cgil, Uiltrasporti e Faisa Cisal – ed è dovere dell’amministrazione garantirlo a tutti i cittadini di Ancona e della provincia. I lavoratori dell’azienda non sono un bancomat e non si può pensare di fare il risanamento annullando accordi di secondo livello e togliendo soldi dalle tasche dei dipendenti. Critiche anche alle parole attribuite al vicesindaco Zinni, secondo cui «non si possono far pagare ai cittadini di Ancona, soprattutto a quelli che non utilizzano il servizio, i debiti di Conerobus».
Una posizione che, secondo le organizzazioni sindacali, dovrebbe far riflettere sull’idea di servizio pubblico che guida l’attuale amministrazione. Nel mirino finisce anche l’assenza di politiche strutturate per incentivare l’uso del trasporto pubblico: mancano corsie preferenziali, così come piani di abbonamenti agevolati o gratuiti per studenti e pensionati. «Il trasporto pubblico locale ad Ancona non è una priorità per questa amministrazione», accusano le sigle. La conseguenza è una nuova mobilitazione. Il 29 gennaio, annunciano i sindacati, le lavoratrici e i lavoratori di Conerobus incroceranno le braccia per 24 ore, in segno di protesta contro quella che definiscono una perdita totale di credibilità da parte del Comune» concludono i sindacati.
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