di Agnese Carnevali
Sono stati dieci, provenienti da diverse località della provincia, da Agugliano a Passatempo di Osimo, da Camerano, Numana ad Ancona. Sono i primi dieci pazienti del nuovo ambulatorio dermatologico dell’ospedale di Osimo, un altro passo verso la costituzione dell’ospedale di rete Inrca-Osimo che sorgerà all’Aspio di Camerano. Ma in attesa dell’edificio, i servizi partono. In particolare l’ambulatorio di dermatologia che ha aperto i battenti questa mattina. Alla sua guida uno dei medici più esperti del settore, figlio d’arte, Lorenzo Morresi, dirigente dell’unità operativa di Dermatologia dell’Inrca di Fermo ed anconetano doc. «Per me oggi è stato come il primo giorno di scuola − racconta al termine delle visite −, una bella esperienza, un’emozione, perché abbiamo portato un servizio sanitario importante per il territorio e prima assente in questa struttura e perché ogni giorno passato in ambulatorio mi ricorda un insegnamento fondamentale di mio padre (il professor Arcangelo Morresi, primario dell’Inrca di Ancona e padre della dermatologia marchigiana, ndr). Quando ero ancora studente e lo accompagnavo in ambulatorio, lui col bastone, si fermava sempre qualche secondo sulla porta e diceva: “aspetto ad entrare perché per me è sempre l’emozione della prima volta”. Momenti che ti insegnano e ti segnano».

Lorenzo Morresi, direttore dell’unità operativa di dermatologia dell’Inrca di Fermo e responsabile del nuovo ambulatorio di dermatologia dell’ospedale di Osimo
Morresi parla dell’avvio del nuovo ambulatorio – sarà aperto due volte al mese per circa una decina di prestazioni in fase iniziale, ma buoni sono i margini di potenziamento – come di una «sfida», fortemente voluta «dal nostro direttore Gianni Genga che ha avuto l’intuizione e la determinazione di portare avanti sin da ora l’importante progetto della costituzione dell’ospedale di rete Inrca-Osimo, di investirci persone e risorse». Oltre a servizi come urologia e la medicina per il piede diabetico, ora arriva così la dermatologia. «La richiesta del direttore ha suscitato in me la voglia di mettermi in gioco, ma soprattutto la voglia di dare il mio contributo a quello che credo fermamente sia un grande progetto di crescita per il sistema sanitario regionale, per un bacino di utenti che ha fame di sanità. Resto dell’idea che la sanità pubblica sia, e debba essere, la sanità migliore che deve essere garantita a tutti».
Dare, dunque, ma anche «ricevere», è la filosofia che guida il lavoro del dottor Morresi. «Sanità è anche emozione perché si sta a contatto con le persone che hanno bisogno ed aiutandole si riceve molto in termini di umanità. Sono cresciuto con questi dettami».
Ma nell’era dell’accentramento sanitario e della razionalizzazione delle strutture ha senso aprire un nuovo ambulatorio in un ospedale prossimo al trasferimento? «L’ottica è già quella dell’ospedale unico Osimo-Inrca, come dicevo − precisa Morresi −, anche se ci vorrà ancora del tempo per il completamento della nuova struttura l’integrazione dei servizi si è, giustamente a mio avviso, avviata. Proprio nell’ottica del modello delle reti cliniche introdotto dal decreto Balduzzi e fatto proprio dalla Regione Marche un ambulatorio di dermatologia che abbia la possibilità anche di un rapporto diretto con la sala operatoria, se necessario, è fondamentale, come è fondamentale un punto di riferimento per un bacino comunque ampio di utenti per la cura di malattie come la psoriasi, ad esempio, prima magari poco conosciuta perché la gente si nascondeva, oggi invece c’è più consapevolezza, voglia di risposte e di soluzioni».
L’apertura del nuovo ambulatorio alle porte della bella stagione, non può non provocare una domanda sulla prevenzione. «Mai come in questo caso ripetere non è mai troppo − sottolinea Morresi −. Tra la primavera e l’estate le persone si spogliano e ritrovano il proprio corpo nudo, che durante l’inverno si intravede solo sotto la doccia. Una persona così si ha sotto gli occhi più spesso e riconosce la propria mappa e se si dovesse accorgere che qualcosa è cambiato, senza allarmismi, ma con la giusta attenzione, è bene rivolgersi ad un centro specializzato. A prescindere però dai cambiamenti almeno una visita di controllo all’anno dei nei va fatta, poi sarà lo specialista a dire se i controlli dovranno essere più ravvicinati o più blandi. Soprattutto sul nostro territorio abbiamo pelli anziane che hanno subito gli “insulti” del sole, i lavoratori agricoli, quelli di provenienza marittima, i cantonieri. Pelli che si sono bruciate, abbronzate, scottate che possono avere lesioni più o meno importanti e che è bene tenere sotto controllo. Il mio motto è “sapere per non rischiare”. La persona informata dei rischi, in qualsiasi ambito, in genere cerca sempre di evitarli».
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