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Motorizzazione Civile:
le sedi marchigiane sono al collasso

ANCONA - In pochi anni anche gli uffici del Provveditorato alle Opere Pubbliche hanno perso forza lavoro con il personale in pensione non sostituito con nuove assunzioni. Negli uffici distaccati del Ministero delle Intrastrutture è emergenza secondo la Fp-Cgil Ancona che annuncia lo stato di agitazione dei pochi dipendenti rimasti se la situazione critica perdurerà

 

Le sedi marchigiane del Ministero delle Infrastrutture sono al collasso: il personale è ridotto ormai all’osso mentre i servizi aumentano. In particolare sono in sofferenza di dipendenti la Motorizzazione Civile ed il Provveditorato alle Opere Pubbliche. Ormai da anni non vengono banditi concorsi per assumere nuovi dipendenti nel naturale turn over dei pensionamenti. E a questo si sono aggiunti i dipendenti che scelgono di andare in pensione in via anticipata con “quota 100” che però non sono sostituiti. Un grido di allarme e una denuncia lanciati dalla segretaria di Fp-Cgil di Ancona.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti svuotato, nelle risorse e nei compiti. Continua a perdere competenze nel campo dei controlli sulle opere pubbliche e sulle infrastrutture ferroviarie e stradali, in quello delle revisioni dei mezzi pesanti, a favore di nuove agenzie e di privati. Disastrosa la situazione in cui devono operare gli Uffici, in assenza degli investimenti necessari, per rafforzare le risorse infrastrutturali e umane. Molte sedi periferiche versano in condizioni indecenti mentre la situazione si aggrava di giorno in giorno. La carenza del personale porta il Mit al collasso, emergenza che riguarda anche i Provveditorati, le Motorizzazioni e le Capitanerie di Porto.

La motorizzazione civile di Ancona

Serve un piano straordinario di assunzioni che possa garantire, in tempi rapidi, il ripristino di normali condizioni di lavoro, in particolare sulle sedi periferiche del Mit. Servono risorse per garantire le attività, a partire da idonee attrezzature di sicurezza e per la formazione degli addetti. Servono interventi per affrontare le inefficienze e i problemi, riconducibili a miopi scelte politiche, pretesto per continuare l’espropriazione di funzioni del Ministero a vantaggio dei privati. Quante volte riceviamo utili avvisi di scadenza periodica per la revisione del nostro automezzo? Si tratta di procedure indispensabili, a cadenza quadriennale per le vetture di nuova immatricolazione, biennale successivamente. A prima vista bollate come inutile perdita di tempo; sono invece stabile dalla legge a garanzia della sicurezza stradale dei mezzi in circolazione e sui quali le persone viaggiano quotidianamente. Basti pensare soltanto all’importanza di tali controlli sui mezzi pesanti, TIR, pullman, autoarticolati, autobus di linea, per non dire scuolabus, i cui tempi sono comprensibilmente ancor più ridotti: ogni anno. Ciò comporta una continua richiesta di verifiche manutentive per ottenere il via libera alla circolazione stradale.

Com’è noto, le competenze per le pratiche di revisione mezzi sono assegnate -assieme a tante altre incombenze amministrative- agli uffici della Motorizzazione Civile la cui attuale condizione è a dir poco drammatica. al punto che di recente lo stesso Direttore regionale delle Marche è giunto a valutare d’intesa con la Rappresentanza Sindacale ogni possibile intervento e modifica organizzativa per fronteggiare la riduzione del personale in servizio e il taglio insopportabile alle dotazioni organiche; comprese misure radicali, quali la chiusura di uno dei cinque sportelli, disponendo controlli a campione sulle pratiche raccolte da agenzie e autoscuole. non solo, ha già incontrato la prefettura di Ascoli per esaminare conseguenze e ripercussioni sull’utenza: con tre dei quattro tecnici addetti alle revisioni prossimi al pensionamento i tempi di prenotazione -già oggi differiti di un mese- ritarderanno di un anno. Al pari di situazioni assai critiche diffuse in tante altre realtà.

Il porvveditorato alla opere pubblice di via Vecchini, ad Ancona

Con numeri di personale così striminziti, i tempi per le pratiche finiscono inevitabilmente per dilatarsi. E concreto diviene il rischio di revisionare i mezzi anche dopo la canonica scadenza di un anno dal precedente controllo con tutto quel che in termini di sicurezza stradale tale situazione comporta. Dunque? Si prospetta in piano straordinario di assunzioni per implementare il personale? Certo che no, si abbassa l’asticella: la normativa consente la circolazione in deroga anche in presenza di una impegnativa effettuata prima della scadenza. Ovviamente si tratta di una soluzione all’italiana. un mezzo pesante pizzicato all’estero senza revisione, magari con l’appuntamento futuro, viene bloccato, sequestrato e il conducente multato e rispedito a casa! Ecco allora fioccare richieste per sgravare il lavoro degli uffici trasferendo competenze ai privati. Privatizzare, dunque, in buona sostanza. Operazione che consentirebbe, sostengono i promotori, di liberare risorse da dedicare ad altre attività, dal controllo alle supervisioni, fino alle patenti. Non fosse che la delicatezza dei compiti e la responsabilità della funzione richiedono -com’è evidente-una presenza efficace di un robusto sistema pubblico a garanzia e tutela del Bene comune.

Per questo il Sindacato della Funzione Pubblica CGIL CISL UIL non ci sta. Denuncia la grave sofferenza e i tempi di attesa lunghissimi cui vengono costretti gli utenti: ecco le ragioni della proclamazione dello stato di agitazione del personale. Sono anni che forniamo servizi che, nonostante l’impegno dei dipendenti, risultano all’utenza di scarsa qualità e livello. Nell’ultimo periodo poi la situazione è precipitata, aggravandosi ulteriormente ed alcuni operazioni importanti per la sicurezza, quali ad esempio la revisione dei veicoli superiori alle 3,5 tonnellate raggiunge in alcuni uffici i 12 mesi. I motivi sono da ascrivere alla carenza di personale. Ormai da lustri non vengono banditi concorsi per assumere. C’è il blocco del turn over -e oggi “quota 100” senza sostituzione ha provocato una costante diminuzione delle unità in servizio e un aumento dell’età media. Mentre alcune procedure come revisioni, collaudi, esami, richiedono tempi di svolgimento maggiori per effetto di norme cogenti. In tal modo finisce per diminuire il numero delle operazioni effettuabili nell’arco della giornata, a fronte di competenze accresciute -si pensi ai collaudi per la sostituzione dei serbatoi gpl e verifiche bombole Cng4. in questo quadro il lavoro è tutt’altro che supportato da strumenti adeguati, collegamenti telematici efficienti, e del tutto nullo si rivela l’indispensabile intervento formativo per garantire un’applicazione omogenea delle norme introdotte.

Per il personale del Provveditorato Opere Pubbliche il quadro non è certo migliore, col numero di addetti che in un lustro ha visto un decremento esponenziale: da 50 a 30 unità. Pochi, anziani, e nell’obbligo di spostarsi per tutta la Regione con due sole auto di servizio, scalcinate, per verificare lo stato di sicurezza di caserme, penitenziari, commissariati, sedi dei vigili del fuoco, edifici strategici specie in caso di calamità. Tutto è affidato a buona volontà e professionalità dei lavoratori, senza alcuna seria programmazione. Ci si scontra con un muro. Efficienza, efficacia ed economicità sono parole vuote nel MIT, la cui incapacità si riverbera sull’utenza e si scarica sull’economia dell’intero sistema-Paese. Un ministero che non è in grado di pagare alle imprese quanto fornito e dovuto. Contenziosi infiniti, che finiscono per pesare sulle tasche dei contribuenti oltre a svilire i lavoratori, presi tra l’incudine della farraginosa macchina e il martello dei creditori, mortificati da disfunzioni che strozzano l’imprenditoria sana e corretta.

Segreteria Fp-Cgil Ancona

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