
Un momento della rissa fuori dal locale
«Sono stato aggredito, mi sono difeso. Ma non ho sferrato nessuna coltellata». Così al giudice il 25enne albanese arrestato sabato mattina dai carabinieri al termine della maxi rissa scatenatasi all’esterno del Miu Discodinner di Mondolfo. Il ragazzo, incensurato e residente ad Ancona, ha affrontato nel primo pomeriggio l’udienza di convalida, nel carcere di Pesaro. Con lui, anche altri tre arrestati: un connazionale di 25 anni, anche lui residente nel capoluogo dorico, un senegalese 23enne domiciliato a Tolentino e un 33enne originario della Repubblica Dominicana che vive a Jesi. Tra i reati contestati, rissa, lesioni, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Uno dei due 25enni, difeso dall’avvocato Michele Carluccio, deve rispondere anche di tentato omicidio e di porto abusivo di armi per aver accoltellato all’addome – dice la procura pesarese – un senegalese residente a San Severino e ricoverato a Torrette in prognosi riservata. Il presunto accoltellatore ha smentito di aver sferrato il fendente. «Sono stato aggredito mentre ero in discoteca da un gruppo di ragazzi di colore. Ho reagito, mi sono solo difeso» ha detto al giudice, sostenendo anche di essere stato derubato del cellulare, portafoglio e un bracciale d’oro. La seconda parte della bagarre è proseguita all’esterno del locale. Dopo il ferimento del senegalese, il 25enne albanese sarebbe stato inseguito da un gruppo di ragazzi, in cerca di “vendetta”. L’arrestato avrebbe anche tentato la fuga a bordo della sua auto, venendo però fermato dalla pattuglia dei carabinieri e dalla furia di alcune persone, armate di mattoni, bastoni e mazze. In questo contesto entrerebbe in scena il secondo albanese, anche lui residente nel capoluogo dorico e assistito dall’avvocato Gabriele Galeazzi.
Per cercare di difendere l’amico, avrebbe preso le botte. «Se la sono presa anche con me» ha detto al giudice, ricordando di aver cercato di farsi scudo con un carabiniere. Stando all’accusa, invece, avrebbe inveito contro la folla, minacciandola con il coltello pochi minuti prima – stando all’ipotesi della procura – impugnato dal connazionale per ferire il senegalese. Per le ferite riportate a un braccio, sono state applicati al 25enne (quello a cui non viene imputato il tentato omicidio) 60 punti di sutura. Anche gli altri due arrestati hanno fornito una loro versione dei fatti. Tutte le difese hanno chiesto la scarcerazione dei loro assistiti e l’applicazione dei domiciliari. Il giudice scioglierà la riserva domani. Intanto, sull’episodio è intervenuto anche il sindacato Unarma: «Le Marche necessitano di più personale in divisa che, come in questi casi e come racconta la cronaca nazionale, gli interventi in situazioni di assembramento nei pressi di locali notturni hanno esiti sempre più cruenti dove la sicurezza dei militari è messa a dura prova sia dal punto di vista fisico che dalle condizioni in cui sono costretti ad operare con un rapporto di due contro diverse decine di giovani, dove per la stragrande maggioranza delle situazioni sono sotto gli effetti di droghe ed alcool» ha detto il segretario generale del sindacato Paolo Petracca. I militari feriti hanno riportato lesioni guaribili in 15 e 20 giorni. Danneggiata anche l’auto di servizio.
(fe.ser)


Maxi rissa fuori dal Miu, accoltellamento e carabinieri feriti: quattro giovani arrestati (Video)
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