Aggressione al cantiere navale:
sequestrate forbici e un tubo di ferro,
al vaglio i filmati delle telecamere

ANCONA - A portare avanti le indagini sono gli agenti della polizia di Frontiera che ha già iniziato ad ascoltare i primi testimoni per far luce sull'episodio di violenza avvenuto martedì sera, nei pressi di una nave in costruzione. Il più grave dei feriti, un somalo di 35 anni, è ancora ricoverato all'ospedale di Torrette. La prognosi è di 30 giorni per dei colpi ricevuti al capo e all'addome

La Polmare di Ancona e il comandante Stefano Santiloni in una foto d’archivio

 

Aggressione alla Fincantieri: sequestrati un tubo di ferro e un paio di forbici. Sarebbero queste le ‘armi’ usate da quattro operai, un somalo e tre bengalesi, per costruire l’episodio di violenza avvenuto ieri sera, attorno alle 22, all’interno del cantiere navale. Le indagini sono affidate alla Polmare, guidata dal comandante Stefano Santiloni. Dei quattro coinvolti, tre sono finiti all’ospedale di Torrette. Il più grave è un 35enne somalo, ricoverato con 30 giorni di prognosi dopo essere stato colpito al capo con un tubo di ferro e aver ricevuto alcuni colpi di cesoia all’addome. Sono invece tre i giorni di prognosi per due operai bengalesi che hanno riportato ecchimosi e contusioni mentre un quarto connazionale era stato trattato sul posto a seguito di alcune ferite superficiali. Sul posto erano giunte le ambulanze della Croce Rossa e della Croce Gialla insieme all’automedica e alla polizia. Gli investigatori hanno sequestrato gli oggetti utilizzati come armi. Si tratta di un grosso paio di forbici da lavoro e un tubo di metallo, trovato ancora insanguinato. I poliziotti hanno già interrogato alcuni testimoni. Per delineare il quadro e far luce sulla vicenda, si attende ora di scaricare e visionare i filmati ripresi dalle telecamere di sicurezza installate all’interno del cantiere. I quattro operai lavorano tutti per una stessa ditta, esterna alla Fincantieri. La dinamica è tuttora al vaglio ma si vuole far chiarezza sulle motivazioni che hanno portato all’episodio di violenza, presumibilmente nato come un’accesa discussione tra il 35enne e uno dei tre bengalesi. Altra ipotesi, ma tutta da verificare, è appurare o meno se si è trattato di una sorta di spedizione punitiva da parte dei bengalesi nei confronti dell’africano per motivi non meglio noti. Un’altra aggressione, sempre al porto, risale allo scorso giugno quando un operaio bengalese era stato colpito in testa con una picchetta impugnata da un suo connazionale. Lavoravano, seppur con mansioni diverse, per la stessa ditta.

(al.big)

Rissa al cantiere navale a colpi di forbici e mazze: quattro operai feriti, uno è grave

 

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