
Carabinieri sul luogo del delitto e nel riquadro Loris Pasquini
Giudizio immediato per Loris Pasquini, l’ex ferroviere 72enne arrestato il 29 marzo scorso con l’accusa di aver sparato e ucciso il figlio 26enne Alfredo, nella loro casa di Roncitelli, a Senigallia.

Alfredo Pasquini
Il processo di aprirà il 10 dicembre, davanti alla Corte d’Assise. La difesa, rappresentata dagli avvocati Roberto Regni e Silvia Paoletti, ha scelto di non procedere con riti alternativi. La versione dei legali: il 72enne avrebbe sparato per difendersi dall’aggressione del figlio, armato di bastone. Sarebbe stata l’ennesima violenza perpetrata senza motivo dal 26enne, seguito dal Centro di Salute Mentale e titolare di una pensione di invalidità. A stroncare Alfredo era stato un colpo di pistola, sparato da distanza ravvicinata all’altezza della base del collo. E’ morto dissanguato. «Se non avessi fatto fuoco, mio figlio mi avrebbe ucciso». Due le accuse da cui dovrà difendersi l’imputato: omicidio volontario aggravato e possesso abusivo dell’arma, una Beretta che l’uomo deteneva illegalmente in casa. Dopo quattro mesi passati a Montacuto, il 72enne è stato tradotto ai domiciliari, nella villetta dove è avvenuta la tragedia. A sostenere l’accusa ci sarà il pm Paolo Gubinelli.
(fe.ser)
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