
Loris Pasquini in tribunale con i suoi avvocati
E’ iniziato questa mattina il processo in Corte d’Assise a carico di Loris Pasquini, il 72enne ex ferroviere accusato di aver ucciso con un colpo di pistola il figlio Alfredo, 26 anni. Il delitto risale al 29 marzo scorso. Teatro dell’omicidio: l’abitazione di Roncitelli di Senigallia dove vivevano padre e figlio. L’imputato deve rispondere di omicidio volontario aggravato e porto abusivo dell’arma, una Beretta posseduta illegalmente dalla quale era partito un solo colpo che aveva ferito il 26enne tra il collo e la spalla. L’imputato, difeso dagli avvocati Silvia Paoletti e Roberto Regni, era oggi presente in aula. Gli è stato concesso il permesso di uscire dai domiciliari giusto il tempo di partecipare al processo. Parte civile sono mamma (nonchè ex moglie del 72enne) e sorella della vittima. «Vogliamo giustizia» ha fatto sapere il loro legale, l’avvocato Stefano Luzietti. L’udienza è durata poco meno di un’ora: il tempo di depositare la lista testimoni, alcuni atti e calendarizzare l’andamento del processo.

Alfredo Pasquini
La difesa non ha scelto riti alternativi, sicura di poter smontare la pesantissima accusa nel corso del dibattimento. Per i legali il colpo di pistola sarebbe partito per legittima difesa al culmine di un’aggressione perpetrata da Alfredo, armato di un bastone chiodato. «Se non avessi fatto fuoco, mio figlio mi avrebbe ucciso» ha sempre sostenuto l’imputato, subito dopo il delitto arrestato dai carabinieri e portato nel carcere di Montacuto (i domiciliari sono stati concessi a fine luglio). Dalla sua, la difesa ha anche una consulenza psichiatrica secondo la quale Pasquini soffrirebbe di «un disturbo depressivo» con «tratti ossessivi di personalità». Il 26enne, stando ai difensori, avrebbe più volte e spesso senza motivo aggredito il padre. Quest’ultimo prima della tragedia aveva denunciato il figlio (seguito dal Centro di Salute Mentale e titolare di una pensione di invalidità) almeno due volte per maltrattamenti. La prossima udienza si terrà il 17 dicembre con l’audizione dei primi testimoni dell’accusa e della parte civile. Già tra una settimana, l’imputato potrebbe essere ascoltato dai giudici.
(fe.ser)

Gli avvocati Silvia Paoletti e Roberto Regni
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