Resti di una terza vasca
di epoca romana
negli scavi all’ex Stracca

ANCONA - Si è svolto questa mattina il sopralluogo della funzionaria della Soprintendenza, assieme a un collega archeologo, per analizzare la muratura emersa nei giorni scorsi nel cantiere tra via Montebello e via Curtatone. Per lo stato di conservazione in cui versa, il ritrovamento non sarà musealizzato ma reinterrato

Il sopralluogo di questa mattina nel cantiere dell’ex Stracca (foto Giusy Marinelli)

 

 

di Giampaolo Milzi

Il sottofondo di una vasca di epoca romana, per ora nulla di più, anche se, vista la conferma dell’antichità del vasto sito dell’ex istituto ragioneria “Stracca”, verranno effettuati nuovi sondaggi e carotaggi al fine di verificare l’eventuale presenza di altri reperti di possibile interesse. Ecco in sintesi l’esito del sopralluogo sul posto – esattamente sul lato del palazzone cadente che dà sulle scalette che uniscono via Montebello a via Curtatone (largo Donatori di sangue) -compiuto stamattina dalla dottoressa Maria Raffaella Ciuccarelli, funzionaria della Soprintendenza, assieme a un suo collega archeologo, un esperto da tempo nominato dalla Cap Costruzioni Srl, l’azienda che demolirà l’ex suola per trasformarla in un modernissimo palazzone residenziale. La parte sotto-basamentale della bimillenaria vasca era venuta alla luce nei giorni scorsi, ma solo ieri si è potuta ipotizzare l’epoca di appartenenza. La stessa epoca romana che caratterizza le altre due vasche pertinenti ad un lavatoio che erano già state portate alla luce nell’autunno scorso durante le prime fasi di demolizione interna dell’ex “Stracca”.

Il resto della struttura in pietra della terza vasca, quella sui cui si è accentrata l’attenzione in mattinata, è purtroppo andato perduto nel corso dei secoli. Un fatto spiegabile se si considera che quel sito, fin da tempi remotissimi, è stato ricco di acqua con relative opere di canalizzazione realizzate più volte nei secoli, ma ha anche subito da smottamenti dovuti proprio alla caratterizzazione fortemente “idrica” del terreno. Sempre stamattina gli archeologi hanno identificato nella zona una specie di fossa-contenitore, risalente al ‘600-‘700, per materiali edili di risulta.

A differenza delle due vasche ben conservate che erano state scavate in autunno ad una quota più alta, verso via Curtatone, il sottofondo della vasca in cocciopesto “attenzionato”stamattina non verrà ricoperto da vetrate e quindi musealizzato, ma sarà reinterrato. Ciò visto il suo scarso interesse archeologico. Ed anche perché proprio da quelle parti dovrebbe essere realizzata le fossa Imhoff (per il trattamento dei liquami provenienti dagli scarichi civili) di servizio al nuovo avveniristico palazzo ad uso residenziale. Un mega edificio (da ultimare forse già a fine 2023) con 58 appartamenti disposti su 6 piani, più 3 per garage privati, e un parcheggio seminterrato pubblico di 1.039 mq. Per un investimento stimato in 10 milioni, incluse le opere di urbanizzazione a favore della città, approvate dalla giunta nella convenzione che prevede anche un nuovo impianto di illuminazione su largo Donatori di Sangue. Confermata quindi la luce verde per l’avvio sostanziale del grande fabbricato ex “Stracca”.

Tra giovedì e venerdì inizierà l’opera di posizionamento della barriera in new jersey funzionale alla delimitazione dell’area del cantiere. Problemi per il traffico veicolare? Molto probabili. Tanto che l’Amministrazione comunale sta fortemente ipotizzando di collocare nel futuro prossimo in via Montebello un semaforo, in quanto la circolazione per un certo periodo sarà a senso unico alternato.

 

Sorpresa, nel cantiere dell’ex Stracca riaffiora la storia: un’antica muratura

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